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Visualizzazione dei post da agosto, 2024

Vuoto

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[on the air: anche fragile - elisa ] Tre generazioni e una cucciola di cane. Ci siamo trovati, come ormai facciamo da una quindicina di anni almeno, per la messa nel ricordo di mio papà. Ieri erano venti anni ma quello che successe quella sera me lo ricordo perfettamente, emozioni - soprattutto - comprese. Il sentimento imperante fu la paura: avevo 30 anni da poco compiuti e la morte, il lutto, la perdita, la pulizia etnica erano cose lontanissime dalla mia vita. Ero all'apice della mia carriera da cestista, spopolavo dappertutto vincente, invidiata, richiesta da squadre di mezza Lombardia. Potevo mai pensare di dover affrontare la morte di mio padre? E' curioso, ma in tutte le perdite della mia famiglia è sempre successo qualcosa che mi ha "protetta" dal trauma del momento, dall'evento vero e proprio per farmi entrare in scena sempre per seconda, immediatamente dopo. Quella di ieri è stata una giornata strana, scazzata, svogliata da subito; appena salita in macch

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[on the air: felicità - l. dalla ] Cioè uno dice: vabbè hai i pensieri, stai male, è difficile, nella testa hai tremila cose di cui almeno duemilaottocentonovantasei orribili e le giornate, che prima erano popolate da milioni di persone, di parole, di situazioni, di rapporti, di casini, si sono trasformate in una specie di gara di sopravvivenza nel deserto umano più desolante in cui l'unica cosa che mi viene da fare è cercare di rimettere in ordine pensieri, desideri, idee, dolori, lacrime, dispiaceri, tentativi di trovare spiegazioni - che raramente arrivano - rapporti che non esistono più, decisioni da prendere che non so minimamente affrontare e cercare di respirare perchè anche questo mi costa una grandissima fatica. Sopravvivere nel senso di vivere sopra. Fin qui, direi, tutto bene. Ma la mia testa, che giuro non so quante volte abbia desiderato di poter svitare come una lampadina per non sentirla più nel suo perpetuo incasinarsi, mi tormenta di giorno ma soprattutto ed inevit