Grazie, Carlo Maria.


Quando grandi uomini come il nostro Arcivescovo lasciano l'esistenza terrena per iniziarne una nuova, la vita vera, quella che li vuole "nel luogo che non conosce il pianto" per l'eternità, il mio primo pensiero è quasi sempre lo stesso: che fortuna ho avuto ad averli conosciuti, ad averli incontrati e ad aver potuto raccogliere, in alcuni casi, la loro testimonianza. L'immagine che ho pubblicato, è la pagina del mio diario (la raccolta dei miei diari dell'adolescenza sino ai 25 anni è un tesoro di inestimabile valore che tutt'ora conservo gelosissimamente) del 1992, il 14 giugno per la precisione. Non avevo ancora 18 anni. Quello fu un anno particolarissimo, pieno di eventi importanti che in una maniera o nell'altra avrebbero comunque condizionato (parecchio) il mio futuro. Fu la prima volta in cui vidi da vicino "Il Carlo Maria" come lo chiamavamo in oratorio e sorrido nel rileggere cosa avessi scritto, perchè me la ricordo come se fosse oggi, quella scena. CARLO MARIA SEI UN GRANDE T.V.T.B. ahahahahahha ma cos'èèèèè! Il problema è che T.V.T.B. lo pensavo davvero. Cosi come anche il GRAZIE a Gesù per "aver fatto si che ciò avvenisse". Non sono mai stata animata da una fede incrollabile, pura e dura. Ma per lungo, lunghissimo tempo, la chiesa è stato uno dei pochi posti in cui mi sentissi assolutamente in pace. E' UNO DI QUEI GIORNI CHE NELLA VITA SI PORTERANNO NEL CUORE SEMPRE E DA TENERE PRESENTE NEI MOMENTI IN CUI DUBITIAMO DEL BENE CHE GESU' CI VUOLE. Sdeng. Colpita e affondata. Io invece ho dubitato, peggio di Pietro sul lago di Tiberiade, mi sono nascosta, sono scappata dinnanzi ad un dolore che non sono riuscita ad affrontare, se non incazzandomi con tutto e tutti.
Gesù compreso.
Il Carlo Maria, riesce a farmi riflettere anche così. Un grande.
Grazie di tutto grande uomo, sono stata davvero fortunata e felice di averti incontrato lungo il mio cammino.

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