La mia moto - Riflettendoci.


Io lo sapevo.
Ne ero certa che sta cosa della moto avrebbe sollevato un gran casino.
A dire la verità, ero indecisa: venderla, senza dire niente a nessuno - ad esclusione dei miei fratelli, i più preziosi consiglieri - o condividere la scelta con tutti quanti ma con il solo scopo di anticipare ciò che sapevo benissimo sarebbe successo, ovvero - come quando gioca l'italia e diventano tutti cittì - che ognuno avrebbe detto la sua, ignorando bellamente il fatto che trattasi della MIA moto e che quindi potevo disporne come meglio credessi.

Detto questo, però, la questione è diventata fonte di riflessione: ma perchè tutto questo? Liberarmi della moto, significa smettere di essere ciò che sono o ciò che in realtà gli altri vogliono (pensano) che io sia? Sono la prima ad affezionarmi alle cose. E ci sta. Ma è come se, vendendola, tradissi qualcosa o qualcuno. Un modo di essere più che un modo di fare. Non lo faccio a cuor leggero, sono tre anni che ci penso, non due giorni. Ma le reazioni - in realtà quasi tutte uguali - mi hanno davvero colpita.

Non è un capitolo chiuso, è diverso dalla pallacanestro. Potrò - e lo spero a dire il vero - ricomprarmela quando sentirò di nuovo dentro quel desiderio irrefrenabile di cavalcarla. Ma ora no. Ora faccio altro. Sono altre le cose che mi fanno stare bene. Ho voglia di fare esperienze diverse e allora perchè obbligare un gioiellino come quello alla polvere, ad essere ignorata, a privarsi essa stessa di godere dei viaggi per cui l'avevo comprata? Me la sono stragoduta. Non ho nessun rimpianto. Se non quello di vederla li, parcheggiata, senza che abbia il tempo ed il desiderio di poterla usare.
Certo, mi fa specie non essere - per ora - una biker dopo 16 anni di onorata carriera. Poi, per quanto detesti terribilmente i cambiamenti... E questo, sicuro, dopo la fine della mia carriera cestistica è quello più epocale. Ma posso, possiamo, sottrarci alle cose che inevitabilmente cambiano nel nostro cammino? L'ho imparato a mie spese: Decisamente no. E non è nemmeno detto che quello che ne segua sia necessariamente negativo. Anzi. Ho fatto una scelta, importante, nel momento in cui andava fatta. Ho imparato a saper aspettare, a cogliere il momento giusto affinchè tutto poi sia il più naturale e indolore possibile. Ho smesso di giocare e non ho più messo piede in un campo da basket (ad eccezione del torneo per il mio rione... ma quello è un altro discorso) senza mai nessun rimorso o ripensamento.

Semplicemente ho fatto la scelta giusta al momento giusto.

Ci vuole coraggio e anche un pò di culo che non guasta mai.
La mia fantastica PuppyBlue resterà sempre nel mio cuore assieme alle emozioni bellissime che mi ha regalato. 
Ma solo qualche anno fa non avrei nemmeno lontanamente immaginato di poterne guidare una...
Come si dice, The best is yet to come... E mai come in questo momento della mia vita, ne sono certa!

Comunque... Dovermi giustificare anche per aver venduto la moto, è stata davvero dura! Ed in ogni caso questo strano meccanismo per cui io debba fare queste cose nei confronti del prossimo non lo capirò mai...

Commenti

Anonimo ha detto…
Peccato. Nel posto dietro si stava benissimo. Non accompagnavo bene le curve come avresti voluto ma .....
Anonimo ha detto…
https://m.youtube.com/watch?v=vgBmn1S8Hus
Chiara Catella ha detto…
Mammamia non mi ci far pensare... Sembravi un tronco! Però abbiamo fatto dei bei giri con la mia motina. mah... Ti dirò. Pensavo peggio. Mi è spiaciuto, certo, ma è stato anche abbastanza indolore. Giuro che mi faceva stare peggio tenerla li ferma senza usarla mai. Comunque vedremo... Tra qualche anno... Se e quale sarà la degna sostituta. Comunque me lo sono stragoduta, non ho nessun rimpianto!

Bella la canzone di Max Gazzè! Mi piace!
Chiara Catella ha detto…
Ahahahah mi viene in mente quando ci è volato via il telepass dal cruscotto!!!!! Che scene...

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