Un mese




Un mese. 

Un mese da quel giorno che mi ha strappato un pezzo enorme di cuore, che mi ha tolto ciò che per cinque anni è stata la mia vita ogni giorno, sette su sette, ventiquattro su ventiquattro. Che mi rendeva fiera, come mai in vita mia.

Un mese in cui mi sono sentita tradita, lacerata, ferita, delusa. Il mese in cui ho festeggiato il compleanno più triste e vuoto della mia vita con un unico pensiero che mi martellava giorno e notte: DELLA MIA VITA CHE ERA SINO A SEI MESI FA NON MI E’ RIMASTO PIU' NULLA.

L'esistenza con me è sempre stata feroce, soprattutto quando si è trattato di cambiare tutto in un secondo e costringermi ogni volta a resettare tutto e ricominciare. Ma questa volta non me l’aspettavo, non mi aspettavo una delusione così cocente, una punizione così pesante. A tutto questo si è aggiunto un pesantissimo senso di ingiustizia – che odio e che non riesco a tollerare in una situazione normale, figuriamoci ora – di abuso, di sopruso, di violenza psicologica che per mesi mi ha tolto lucidità, entusiasmo, energie. Non ho nemmeno avuto il tempo di capire che cosa fosse successo a casa, come mai la Simo ci mettesse così tanto a tornare da questo strano viaggio più lungo del solito che ecco una, poi due mazzate una più pesante e ingiusta dell’altra. Odio piangermi addosso, ma questo è.

Ho cercato in ogni modo di non far sentire agli avvoltoi che già giravano sopra la mia testa in attesa di divorare la mia carcassa l’odore del sangue che usciva a fiotti da ogni parte. Sono andata avanti lo stesso, a testa alta, pur consapevole di essere colpita da una “campagna denigratoria senza precedenti” (cit.) che avrebbe scoraggiato e sfiduciato chiunque: lacrime in gola, sorriso d’ordinanza e testa alta. Ma non ho ricordi di avere faticato così tanto in tutta la mia vita a girare verso l’altro gli angoli della bocca ed a mostrare i denti. Non erano sicuramente sorrisi di cuore, ma più di quello non mi è stato possibile fare. Poi il buio più buio in cui mai avrei immaginato di precipitare. I mille perché. Le cattiverie che non finivano mai, nemmeno dopo il 10 giugno.

Chi ha pensato che il mio silenzio fosse voluto, un capriccio, una cattiveria, una scelta non solo ha sbagliato ma soprattutto ha dimostrato che – nonostante i mille bla bla bla di cui mi sono fatta riempire la testa per anni – di Chiara abbia capito ben poco. Ho vissuto giorni e giorni solo fatti di pianto, notti insonni senza nemmeno la forza di rispondere al telefono e chi ci è stato – o meglio – chi ci è voluto essere nonostante tutto (perché qui sta la vera differenza) lo sa bene. Nel momento in cui sono sprofondata, in cui ho mollato perchè senza più forze mi sono voltata e dietro di me ho trovato il vuoto. Il nulla più totale. Ipocrisia, falsità, bugie, cose fatte alle mie spalle per mesi. Non ci potevo credere. Ma cazzo, adesso che sono IO nella merda più totale mi scaricano tutti? Si. Eh si. SI PORCA TROIA. Non tutti, perché qua sono saltati fuori quelli veri, quelli che non si sono fermati al ‘non risponde ai messaggi’ al ‘meglio lasciarla sola’ al ‘è uscita dal gruppo wathsapp’. Quelli che hanno capito che stavolta la mano tesa per uscire dall’abisso l’avevo bisogno io, più di ogni altra cosa. Ho compreso gli errori, grandi come case, soprattutto di valutazione.

Poi sono iniziati i segni, come sempre: situazioni che solo qualche mese fa mi sarebbero sembrate anche solo impossibili da credere e da immaginare e che invece mi hanno – finalmente – sbattuto in faccia la vera qualità delle persone ed il mio valore umano ai loro occhi: ZERO. Tante, tantissime vicissitudini che prima mi sembravano assolutamente incomprensibili che giorno dopo giorno, pezzo dopo pezzo, prendevano significato ed il loro giusto posto raccontandomi un quadro del mio vissuto che sicuramente mi ha spesso sconvolta in tutta la sua mostruosità ma che mi ha improvvisamente svegliata, come da un lungo sonno, in cui credevo di vivere una vita che con la realtà non aveva niente a che vedere. E non è nemmeno la prima volta che mi capita, cristo.

Serviva una botta del genere per farmi aprire questi cazzo di occhi che spesso giro dall’altra parte perché accettare la falsità e l’ipocrisia che ho attorno mi crea troppo dolore. Perchè spero di sbagliarmi e invece no.

Si sono stata male, malissimo per la precisione.

Ho più volte desiderato di farla finita ma il pensiero del dolore che avrei provocato ai miei fratelli e ad Anita era più forte della volontà di smettere di soffrire.

Ho passato notti che non auguro a nessuno. La Simo, l’unica persona che davvero ha visto e vissuto con me questi anni di impegno appassionato, folle, totale mi ha liberata dalla melma in cui io non ho più nessuna intenzione di essere trascinata. Per niente e per nessuno. Ciò che per giorni mi è sembrata una sconfitta ed un fallimento alla fine è stata una grazia.

Questo ho vissuto in questo mese che è stato senza ombra di dubbio il più doloroso e complicato della mia vita. Non so cosa sarà del mio futuro, ma di sicuro so cosa NON voglio: tornare ad avere accanto persone che usano il mio carattere e la persona che sono come giustificazione e pretesto per scusare le loro mancanze e la loro inconsistenza umana ed affettiva. Questo si.


"È meraviglioso come, senza preavviso e senza nemmeno provarci, ci imbatteremo casualmente in nuove canzoni preferite, nuovi artisti preferiti, nuovi film preferiti, nuovi giochi preferiti, nuovi spettacoli preferiti, nuovi snack preferiti, nuove passioni, nuovi hobby, nuovi interessi, nuovi blog preferiti e nuove persone preferite.

Quindi quando le cose vanno male, tieniti stretto il fatto che un giorno, forse quando meno te lo aspetti, improvvisamente ti imbatterai in qualcosa di meraviglioso."

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