19 anni
Ci ho messo diciannove anni. Diciannove anni di gavetta, di rospi giganti ingoiati, di lavoro duro, serio, di teste piegate, di pettinate più o meno meritate, di grande impegno in alcuni momenti provocato da chi fortunatamente ha creduto in me e nelle mie capacità molto più di quanto l'abbia fatto io stessa. Quando vinsi il mio primo concorso a tempo indeterminato non avevo molte ambizioni; mi bastava la consapevolezza di avere conquistato un posto di lavoro che allora come al giorno d'oggi ritengo privilegiato, per la sicurezza che regala ed offre pur con tutti i pro e contro. Ad un certo punto sono stata presa per il coppino come mamma gatta fa con i propri cuccioli - oddio... diciamo che la metafora rende, ma il percorso non è stato altrettanto tenero... anzi - e scaraventata - ecco si, questo già rende più l'idea - nella mischia. E' una grande soddisfazione. Ma proprio grande. E' merito di quella santa Donna che nonostante la prova orale os