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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

It’s always day one

[on the air: have a little faith in me - john hiatt ] E così è finita anche questa avventura. Quello di oggi è il mio ultimo giorno di servizio a Clivio. Non so, non saprei dire come mi senta. Ma ricordo benissimo come mi sentivo quasi cinque anni fa, quando arrivai qui, il 28 dicembre; raffreddata, con la febbre, ma felicissima di esserci e con un entusiasmo incredibile. Sono stati cinque anni faticosi; faticosi perchè ho dovuto rivoluzionarmi completamente. Umanamente e professionalmente.  Per certi versi la mia esperienza Cliviese ha rispecchiato tanto, per come si è svolta, le partite di quando ero una giocatrice "seria"... Mi caricavo un casino durante il riscaldamento, giocavo i primi due quarti in maniera folle, alla morte, senza risparmiarmi. Il terzo quarto tenevo ancora tutto sommato botta... Il quarto ed ultimo quarto, che spesso era quello decisivo, ero bollita. Sfinita. Conciata da buttare via. E soprattutto poco lucida. Poi, quando sono sce

Il Vale lo capisco

[on the air: 46 - cesarello ] Lo capisco tantissimo. Quando vivi una passione - che per me non era un lavoro ma coinvolgeva  e travolgeva praticamente tutta gli aspetti della mia vita - in maniera totale, profonda, vera non esiste frattura, non esistono vertebre schiacciate, non esiste lombosciatalgia, non esiste nulla che ti possa tenere lontano da essa. Nulla. Ed anzi, il tuo unico scopo diventa quello di trovare il sistema di stare bene il più presto possibile. Incoscienza? Magari. Magari si. Ma non resisti, non ci puoi fare nulla. Nessuno mi crede - nemmeno io... - quando racconto di essere scesa in campo nonostante una lombosciatalgia folle, la febbre a 39, la caviglia gonfia che quasi non ci stava nella scarpa, con km di tensoplast addosso pur di tirarmi assieme ed esserci. Eppure era così'. Ma non per fare il fenomeno o l'eroe a tutti i costi. Ma perchè io stavo bene solo quando sentivo l'odore del pallone tra le mani, il rumore del parquet scricchiolare sot

Imperdibili

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Non guardo mai i film - e ne guardo parecchi - per poi trovare la critica a tutti i costi ed atteggiarmi a persona di cultura - che non sono - ma vado al cinema e divoro ore e ore di (ex) pellicola per le emozioni che mi arrivano e che, a seconda della bravura o meno degli attori e del regista, mi coinvolgono e restano dentro. Dunkirk non è un film in cui si vedono sbudellamenti di varia natura. Non c'è un solo rivolo di sangue, ad eccezione di quello che solca il viso segnato dei soldati. Racconta un fatto storico in maniera secondo me eccezionale. Adoro questo tipo di regia. Realistico a tal punto da farti sentire il vetro dell'aereo che all'incrociarsi col nemico vibra. L'ansia, la paura, l'abbandono, il terrore, la speranza, la gioia. Tutto assieme. Tutto fortissimo. Coinvolgente senza via di scampo. Ed il rumore delle bombe e degli spari, amplificato a tal punto da far sembrare che il cecchino sia lì dietro di te a sparare. Bellissimo, colossale, grandio

Disinnescare

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[on the air: perfetti sconosciuti - fiorella ] Io non lo so fare. Cioè, non ho ancora imparato a farlo. Credo che il giorno in cui riuscirò a compiere questo passo verso l'altro, sarà un importantissimo quanto inesorabile segno che sono diventata grande. Che ho imparato a voler bene da grande. Ammiro tantissimo le persone che sanno disinnescare. In alcune occasioni avrei anche voluto tentare, ma poi mi incasino, mi imbarazzo, mi attorciglio, tonnellate e tonnellate di pippe mentali, sbaglio tempi, modi, situazioni, persone. Perchè non con tutti credo sia giusto comportarsi così. Ma tra due persone che si vogliono bene, si. Ed è importante. E riconosco questa mia incapacità. Probabilmente mi sarei risparmiata un sacco di sofferenze. Non so come si fa. Giuro che non lo so. In questi ultimi cinque anni sotto questo aspetto ho avuto al mio fianco una persona che in questo è eccezionale. Speciale davvero. Ho ancora così tante cose da fare mie...

Summer 2k17

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[on the air: sign of the times - harry styles ] Ultima sera da vacanziera. Me ne devo fare una ragione. La mia Estate, il periodo dell'anno che più amo in assoluto, è finita davvero. Mi pesa quest'anno tornare alla solita vita. Mi pesa da morire. Perchè sono stati mesi bellissimi. Intensi da matti. Riguardo l'album delle foto che riassumono meglio di qualsiasi parola ciò che ho vissuto e, se da un lato sono felice dei momenti che lo compongono, dall'altro sono veramente dispiaciuta che sia già tutto finito. Non sono pronta a: avere addosso una quantità industriale di vestiti - a partire dalla maglia di lana infilata nelle mutande, a seguire - ad assistere all'inesorabile accorciarsi delle giornate, al freddo, al buio, ai piedi perennemente congelati, ad aspettare con ansia il 15 ottobre in ufficio affinchè si possano accendere i caloriferi - e di solito i giorni prima sono sempre una sofferenza - alle giacche, ai giacconi - che detesto - a non usar