Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Oroscopando

[on the air: felicità - l. dalla ] "Carl Jung era convinto che buona parte dei nostri grandi problemi non potesse essere mai del tutto risolta. E diceva che in realtà era una cosa positiva, perché cercare di risolvere quei problemi ci mantiene vivi, in continua trasformazione, e non ci permette di impigrirci. In generale sono d’accordo con Jung. Dovremmo essere grati ai nostri problemi per come ci costringono a crescere. Ma penso che in questo momento per te la cosa sia irrilevante, perché hai un’opportunità senza precedenti di risolvere un grosso problema che ti affligge da tempo. Quindi non essergli grato. Liberatene." Allora. Tre cose. Uno: con sta cosa che è l'ora della pulizia, del cambiamento, del taglio dei rami secchi, mi avete anche un pò scassato trequarti. Che ansia! Ne abbiamo ancora per molto? Lo so, lo so anche io che ci sono mille cose di cui farei a meno e dalla quale preferirei e mi piacerebbe liberarmi... Ma se fosse così facile non è che

Il treno è sempre il treno

Immagine
[on the air: long train running - the doobie brothers ] Stamattina sono andata a vedere la nuova stazione di Cantello - Gaggiolo. Da proprio l’idea di un’opera che ha ancora da essere finita in molte sue parti, però... funziona. Ero curiosa di vedere l’esito di una trasformazione del “mio” territorio così profonda. E volevo vederla, calpestarla, annusarla (fino a quando non saprà di tutti gli odori umani possibili) la nostra stazione del treno. È un momento storico. Io c’ero. Ci sono stata quando hanno inaugurato la ferrovia a pochi metri da casa mia. Ogni volta in cui passo di lì provo un misto tra orgoglio e stupore. Ripenso spesso a cosa avrebbe provato mio Papà, profondamente innamorato del nostro paese e del suo territorio, nel vedere una cosa simile. Credo - conoscendolo - che ci sarebbe salito quasi tutti i giorni, solo per il gusto di vedere il mondo da lì. Un po’ come quando aprirono la Iper e per lui era una specie di paese dei balocchi da frequentare il più possibile

Dobbiamo parlare

Immagine
Ma porca paletta ma come ho fatto a perdermi questo filmone?? Filmone si, che riprende Carnage ( altra pellicola che adoro ) secondo me perfettamente re-interpretato. Bentivoglio è uno dei miei attori italiani preferiti e sono abituata a vederlo nei panni del cucciolotto tenero ed indifeso (o che cornifica come se non ci fosse un domani tipo in Ricordati di me e comunque anche li... a me faceva venire voglia di difenderlo) ed in questa interpretazione del Doc sboccato, grezzo, narciso mi è piaciuto da matti. Rubini vabbè, è sempre di un'altra categoria... Adoro i film in cui si scatenano ed attorcigliano dinamiche psicologiche tra i protagonisti... che qui sono solo quattro, recitano praticamente in una scena e mezza e tutto si svolge in una sola notte. Fichissimo.  Dobbiamo parlare schizza di prepotenza tra i miei preferiti in assoluto. Forse più di Carnage stesso. Bello bello e ancora bello. "Parlare fa bene all'amore?"  Abbiamo la doma

Un gatto in tangenziale

Immagine
Mah... Si dai. Diciamo che non è decisamente il mio genere di film, però è guardabile. La storia - niente di che è - offre spunti di riflessione ed affronta temi attualissimi e da cui ci nascondiamo volentieri indossando la mascherina del buonismo prima e dell'indifferenza poi. All'analisi del famoso teorema del  Magna Magna tirato sempre in ballo quando non si sa che altro dire pur di criticare e lamentarsi ad minchiam e che Albanese urla in faccia ad un tamarrissimo Amendola, volevo alzarmi in piedi ed applaudire. Per il resto, loro due eccezionali come sempre, davvero bravi ma devo dire anche il contorno (tipo le due gemelle Pamela e Sue Ellen in onore a Dallas che guardavamo pure noi a casa negli anni 80) scelto accuratamente e con intelligenza. Un film carino. Vale il prezzo del biglietto, decisamente.

Ciao Adriano

Ciao Adriano, Mio grande ed insostituibile tifoso. Grazie, grazie per le trasferte infinite, per le chiacchierate, per la tua gentilezza, la tua infinità disponibilità e pazienza.  Grazie per le cazziate, le critiche, i complimenti (quelli a dire il vero molto pochi, ma avevi un modo particolare anche di fare quelli, travestiti ovviamente da cazziatoni epocali). Grazie per aver accompagnato con la tua presenza discreta ma costante gli anni più belli della mia carriera. Grazie per tutte le volte che mi fermavi per strada e mi dicevi, anche dopo anni, che mi seguivi lo stesso su La Prealpina. Grazie per tutte le volte in cui sei venuto a vedermi giocare con il Bruno, anche se non eri più il mio dirigente (preferito). Grazie perchè ogni cosa che arrivava da te era vera e genuina (e questo, ho imparato poi negli anni, era un aspetto rarissimo nel mondo della pallacanestro) e proprio per questo faceva incazzare ancora di più. Non aver potuto esserci al tuo ultimo saluto