Francesco
[on the air: pie jesu]
Sono triste.
E come dopo ogni perdita di persone cui voglio bene, mi sento terribilmente sola.
Inutile sottolineare quanto sia per me fonte di odio e rabbia dover vivere - fin troppo - spesso questi distacchi così improvvisi, dolorosi, inaspettati.
Ieri mattina stavo uscendo per allenarmi, distrattamente ho aperto Facebook ed i miei occhi hanno visto solo lui e la parola: MORTO. Ma come morto. Ma non è possibile dai. Ma perchè? Anche in questo, proprio durante le festività Pasquali che rappresentano da sempre il mistero della morte e della resurrezione, Francesco non si è sottratto alla sua meravigliosa originalità in qualunque cosa facesse: anche morire.
Papa Francesco è stata una figura che con il suo stile mi ha profondamente ispirata durante il mandato da Sindaco, soprattutto per quel suo talento unico di anteporre umanità prima di qualunque cosa: che si trattasse di rigidi protocolli, di consuetudini e di quell'odioso "si è sempre fatto così" che detesto da sempre. Un grande esempio di come poter parlare direttamente al cuore delle persone con semplicità, zero fronzoli e senso dell'umorismo. Mettere a proprio agio chiunque, saper accogliere, affrontare sfide, credere nei propri ideali e valori anche a costo di scontrarsi con il sistema, di restare soli, di subire critiche feroci.
Mi ci sono rivista in tante cose, soprattutto nel sorriso che non conosce sconfitta.
L'umanità come chiave in grado di aprire tutte le altre porte. Questo mi ha insegnato, questo ho cercato di fare, questo è l'esempio che porterò sempre nel cuore.
Tra coloro i quali hanno vissuto la pandemia investiti in qualche modo di una autorità ho sempre avvertito vi fosse una specie di patto di fratellanza indissolubile non dichiarato, per avere affrontato un momento storico certamente complicato stracolmo di un dolore e di una sofferenza così diffusi e penetranti da aver restituito una umanità completamente diversa: chi non ci è passato non può capire. Forse lo può immaginare ma capire no, no davvero.
E mentre ieri cercavo - con quel disappunto che riconosco e che mi assale quando mi rifiuto di trasformare un vissuto in ricordo - di fare mia una sua immagine che poterò sempre nel cuore ecco comparire lui, solo, in una Piazza San Pietro completamente deserta durante la Pasqua del 2020 tra le più dure ed angoscianti che abbia mai vissuto. Lui, solo, come lo eravamo noi, come lo sono stata io per mesi: ho portato dentro quel senso di solitudine ed impotenza per molto tempo e Francesco mi ha aiutata a portare la croce.
Per questo gli sarò sempre riconoscente, per questo resterà sempre nel mio cuore, per questo lui sarà sempre il MIO Papa.
La sua voce con quell'accento argentino che negli anni mi è diventato familiare, era una meravigliosa abitudine: quelle presenze che anche lontanissime sanno farti sentire al sicuro, rassicurato, protetto. Coraggioso.
Non mi metto a disquisire su concetti di politica internazionale che non mi competono e che non saprei nemmeno affrontare, ma un uomo di Pace come lui sono certa che mancherà moltissimo soprattutto ora.
Fai buon viaggio Francè.
Sei stato nominato il 13 Marzo, giorno in cui è nata una donna unica e speciale come te e che sono certa ti avrebbe amato ed apprezzato moltissimo.
Avere avuto la fortuna di vivere questo pezzo di vita in cui i nostri cammini si sono incrociati è stata una fortuna enorme ed un onore.
Dammi sempre la forza ed il coraggio di non venire mai meno a me stessa, di sorridere sempre e di saper posare gli occhi, anche in mezzo alla folla, sulla signora con i fiori gialli.
Ti ho voluto bene.
E salutameli tutti.
Chiara
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