Vuoto

[on the air: anche fragile - elisa]


Tre generazioni e una cucciola di cane.

Ci siamo trovati, come ormai facciamo da una quindicina di anni almeno, per la messa nel ricordo di mio papà. Ieri erano venti anni ma quello che successe quella sera me lo ricordo perfettamente, emozioni - soprattutto - comprese. Il sentimento imperante fu la paura: avevo 30 anni da poco compiuti e la morte, il lutto, la perdita, la pulizia etnica erano cose lontanissime dalla mia vita. Ero all'apice della mia carriera da cestista, spopolavo dappertutto vincente, invidiata, richiesta da squadre di mezza Lombardia. Potevo mai pensare di dover affrontare la morte di mio padre? E' curioso, ma in tutte le perdite della mia famiglia è sempre successo qualcosa che mi ha "protetta" dal trauma del momento, dall'evento vero e proprio per farmi entrare in scena sempre per seconda, immediatamente dopo.
Quella di ieri è stata una giornata strana, scazzata, svogliata da subito; appena salita in macchina per andare a messa a Varese ho realizzato che era la prima volta in cui ci andavo senza la Simo. Bum. Colpita e affondata. Lacrime ricacciate in gola, una nostalgia devastante di quelle che ti stringono alla gola e non ti fanno respirare. Uno dei doni più grandi è che nonostante tutto quello che abbiamo dovuto affrontare, non ci siamo mai persi. Anzi, ritrovarci ci ha sempre aiutati a darci forza. Ma da quando non c'è più la Simo si è rotto qualcosa. Ci proviamo, lo facciamo, cerchiamo di stare bene ma non è più la stessa cosa. Forse è presto, ma ieri sera mentre chiacchieravamo in cortile al fresco del ranch con pizza e birra fresca io sentivo un peso sul cuore e un vuoto devastanti. Eravamo li ma sono certa che tutti avvertivamo questo senso di vuoto, di nostalgia, di malinconia, di mancanza. Ne sono sicura. A fine serata si è svuotata la casa e mi sono liberata anche io con un pianto a dirotto. L'inesorabile trascorrere del tempo e della vita che ti costringono ad andar avanti comunque, per chi resta, per i bimbi che spero crescano co il fortissimo senso di famiglia che ci hanno lasciato i nostri genitori. Ma cazzo quanto è dura questa volta. Le risate, il casino che faceva, occuparci di noi per farci stare tutti bene, la sua generosità ed il suo modo unico e speciale di far sentire chiunque a casa. Ogni volta che sembra di guardare un pò altrove, anche se per poco, si riaprono queste voragini che ti sbattono giù che più giù non si può.

Papà, per tutti gli anni in cui ho indossato quella fascia che per me era sacra, la prima persona cui pensavo eri tu, perchè da te ho imparato a spendersi per la propria gente. Nessuno quanto te, sarebbe stato orgoglioso e fiero di vedermela indosso. Ma ti giuro che nonostante mi abbiano detto di averla infangata, l'ho amata e rispettata con tutta me stessa. Come avresti fatto tu. Come mi hai insegnato tu. Mi hai insegnato che l'onestà viene prima di qualunque cosa e così vivo ogni mio giorno. Forse, ma dubito, come successo a te riconosceranno il bene compiuto quando non ci sarò più libera finalmente da invidie e cattiverie.  Riposa in pace Papà e un pò della tua pace regalala anche a me.

Cazzo com'è difficile stavolta.

Un bacino Simo, un bacino Papà.

Ho imparato che esistono i sorrisi tristi. 

#nostalgia

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