10 Giugno - Festa della mia personale LIBERAZIONE


Vabbè ognuno ha la propria festa della Liberazione.
Ci sono quelle istituzionali e poi capita, come nel mio caso, che un anniversario il quale non mi sta facendo vivere giorni molto sereni, devo dire, debba essere celebrato per tutto quello che ha segnato, nel bene e nel male.
Soprattutto la seconda.

Il 10 giugno, che per molto tempo è stato solo il compleanno del mio maresciallo del cuore uno dei colleghi migliori che abbia avuto in 27 anni emmezzo di onorata carriera, è di fatto entrato di gran carriera - e tra le prime posizioni - nella classifica dei giorni più brutti della mia vita.

E' uno di quei tipici momenti in cui ti porti il ricordo nitido e perfetto di dove fossi, cosa stessi facendo fino ad un certo punto: poi il buio più totale. Ho parlato con persone quel pomeriggio, se non ricordo male al telefono, poi più nulla.

Ci sono stati giorni e giorni e giorni a seguire in cui non ho fatto altro che piangere, piangere, piangere, disperarmi, piangere, piangere, disperarmi, piangere, pensare a quale fosse il modo meno doloroso per morire, disperarmi, andare a guardare i treni per trovare il posto migliore per finirci contro, piangere; E finalmente, follia anche solo pensarlo ma è stato così davvero, ho potuto stare male per tutto quello successo e smettere di fingere sorrisi, pacche sulle spalle, speranze, voglia di lottare, di dimostrare cose, di non essere me stessa per compiacere. Io e il mio dolore. Punto.

Ancora non mi capacito di dove sia riuscita a trovare la forza ed il coraggio di tenere comizi davanti alla gente parlando del futuro che sapevo perfettamente non ci sarebbe mai stato, con una denuncia penale sulla testa uscita qualche giorno prima condita da articoli pieni di allusioni di qualunque tipo e con il cuore dilaniato.

Con il passare del tempo e preso finalmente atto di come stavano davvero le cose - la frase che più mi ripetevo - quella si che me la ricordo - era "hai vissuto una realtà che non esisteva ed era solo nella tua testa" - ho tragicamente dovuto riconoscere che quella data, quel giorno, quel momento, quel pomeriggio che mi avevano gettata nella disperazione più totale, in realtà erano stati la mia salvezza.

LA MIA LIBERAZIONE.

Per anni ho vissuto imprigionata in dinamiche malate, perfide, sottili che non sapevo riconoscere, patologiche che avevano il solo scopo di approfittare della mia persona: fosse come amica, confidente, amante, per il ruolo che ricoprivo, per ciò che ero in grado di fare, per quello stramaledetto vizio di non voltarmi mai dall'altra parte dinnanzi a chiunque mi chiedesse aiuto e - il peggiore di tutti - credere che il bene delle persone a me vicine me lo dovessi meritare.

Quest'ultimo è stato la mia rovina per cinquant'anni undici mesi e tredici giorni.

La festa della mia liberazione si è portata via una montagna di falsi amici, di ipocrisia, di 'ti voglio bene' buttati li a cazzo, di gentaglia che prosegue ancora oggi a professarsi nel giusto che dinnanzi ad una persona annientata dal dolore non è stata capace di un gesto uno che le scaldasse il cuore, di personaggi che parlavano di amore, di futuro, di 'ti amo' senza nessun senso se non quello del proprio profitto personale, di persone per cui sembravo indispensabile salvo poi non muovere un dito per difendermi, di leccaculo della peggior specie, di bugie, di una montagna di bugie verso qualunque cosa, delle sanguisughe emotive che mi hanno prosciugata fino a quando sono riuscite per poi abbandonarmi li,  manco fossi un cane in autostrada. Per la prima volta, non mi sono comportata come gli altri si aspettavano che facessi ma ho pensato solo a me stessa ed a come fare per sopravvivere ad un dolore così grande franatomi addosso tutto in una volta. Tipo quelle docce col secchio pieno d'acqua fredda attaccato alla corda. Non ho obbedito al sistema, non mi sono fatta trovare per risolvere problemi ed affrontare situazioni, come ho sempre fatto. Ho disobbedito.

E questa ultima cosa soprattutto ha creato attorno a me il deserto più totale, terra bruciata, accompagnati da cattiverie gratuite che questi cuor di leone non hanno nemmeno avuto il coraggio - e le palle - di dirmi in faccia.

Io sono rimasta sola, sola con l'ergastolo del dolore per non avere più nella mia vita mia sorella con cui ho condiviso qualsiasi cosa da sempre. Per aver subito ingiustizie e cattiverie pesantissime. Per aver creduto in amicizie che non esistevano. Per aver dovuto accettare di restare seduta ad aspettare, senza poter reagire, senza potermi difendere, perché nessuno sa cosa ho vissuto io dal giugno 2022 in poi. Nessuno lo sa. Nessuno lo può sapere. E nemmeno immaginare, perchè nemmeno io riesco a trovare le parole adatte per descrivere quello che avevo ed  ho dentro.

Quella stupida chiesa che mi hanno inculcata per tantissimi anni mi aveva insegnato la misericordia ma soprattutto la carità che "Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta".

Ma più di ogni altra cosa mi ha insegnato la pietà: umana, cristiana; La pietà: quella che ti sgorga dal cuore quando vedi il tuo prossimo che soffre. Che ti impedisce di voltarti dall'altra parte quando trovi una persona - cui per giunta blateravi di volerle bene - a pezzi e che non sa come chiedere aiuto perchè non riesce più a vivere.

Pietà per me non l'ha avuta nessuno. Nemmeno quando erano chiare tante cose, nemmeno quando mi hanno vista strisciare.

Ho cercato tante mani che mi tirassero su, ho sperato per mesi che arrivassero ma c'è stato solo buio. Buio e silenzio. Tranne pochi raggi di sole cui devo davvero la vita.

Lo so bene quanto il mio sorriso, ora, faccia incazzare, invidia e dia fastidio. Lo so bene.
Ma onestamente non me ne frega un cazzo.

Per arrivare a farlo di nuovo ho dovuto liberarmi di tutto questo.

Ecco, quindi, come un giorno triste, di dolore, può trasformarsi in una benedizione.

Buona festa della MIA Liberazione.

10 giugno 2024 - 10 Giugno 2025


Nella casa c'era una stanza da lasciare
Piena di rancore (show me), di silenzi e malinconia
E tu sei andata via (don't waste my time)
Oh, dove sei? (Don't you worry)
Uh, sì, sei andata via (never let you no, no, oh)
Ogni storia ha i suoi no
Ed ogni storia ha i suoi guai (seems to cry)
Oh, ogni storia ha i suoi giorni
L'estate è cieca e poi si sa
Lunghi inverni e tu sei andata via (just cry, no no)
Come me


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