Pezzi di cuore
... Cambados, Galizia. Di ritorno dall'Illa de Arousa, un isolino incantevole che ad ogni angolo sa regalarti qualcosa di magico. Non era previsto mi fermassi, è stata più che altro curiosità - tra l'altro, con questo spirito ho potuto imbattermi nei posti più belli che in tutta la mia vita abbia mai avuto la fortuna di vedere - il corso principale e, da lontano, vedo una chiesa: Niente di che, ma sembrava avesse una piazza carina davanti... Voglio vederla. Entro - e ovviamente - mi lascia incantata: l'odore di drappi sacri vecchissimi, le corde per suonare le campane, la sedia usata da Papa Giovanni Paolo II quando visitò Santiago de Compostela, una pendola funzionante (si vede che del campanile non si fidano troppo...) e musica di sottofondo. Penso, 'ma che idea carina, entrare in una chiesa ed avere bella musica che ti rasserena il cuore'. Il tempo esatto di sedermi e dagli altoparlanti iniziano a diffondersi note che conosco fin troppo bene, ma non ci potevo credere. Non era possibile. Avrei potuto entrarci due minuti e 40 prima, o dopo, avrei potuto addirittura non entrarci mai. Eppure, in quel preciso momento, Mozart e la sua meravigliosa Laudate Dominum. Hai presente quando senti un'emozione così forte da non lasciarti scampo? Ecco. Goccioloni grossi così. Non ci potevo credere e ancora adesso, se ci penso, mi vengono i brividi. Ho pensato spesso in questi giorni a quale momento potesse essere stato, tra tutti, il più bello ed intenso di un viaggio che davvero mi ha toccato il cuore. Ma non ho dubbi. Questo. Per tutto il carico di significati e di emozioni che è riuscito a concentrare in due minuti e una manciata di secondi.
Erano anni che non mi regalavo una vacanza così lunga. Di sicuro, quella porzione di Spagna, mi ha rubato il cuore ed incantato occhi e anima.
Assolutamente stupita, da moltissime cose.
La Galizia è... Il silenzio: dei luoghi, delle persone, della mente; La serenità: che ti contagia, ti entra dentro, ti avvolge e ti coccola per tutto il tempo in cui hai la fortuna di restarci; Il sorriso: sempre, di chiunque, di fronte allo spagnolo imbarazzante, di saluto, di ringraziamento, di accoglienza; La semplicità: di gesti, di persone che vivono con poco e ne sono felici, delle feste di paese con la griglia fumante che cuoce il pesce appena pescato, di un albergo disperso, in mezzo al nulla, ma curato e gestito come se fosse l'hotel Ritz di Parigi; Il rispetto delle regole: che ne fa un paese civile, ordinato, pulito, in cui tutto funziona ed in cui ogni cosa è ben tenuta, curata ed a disposizione di tutti. Io dei bagni pubblici così puliti, non li ho mai visti, nemmeno in Svizzera. [E visto che dopo la camera dell'albergo, il cesso è il luogo da me più frequentato... per forza poi mi viene l'occhio clinico :)] L'educazione: anche il vigile che mi ha cazziata perchè a Xanxenxo ero parcheggiata male, è stato gentile. E ho detto tutto; Paesaggi che tolgono il fiato: la natura, quella vera, senza contaminazioni, abusi edilizi, interventi dell'uomo che l'abbiano deturpata, stabilimenti balneari, brutture, ad ogni angolo uno scorcio sempre diverso, particolare, incredibile; L'oceano: una di Cantello, di fronte ad una roba del genere, soccombe. Ma per forza. Il suo moto, il rumore, la forza, l'energia, la sensazione di infinito, dell'immensità. Ecco, credo che non esista molto altro che ti faccia sentire una briciola, un minuscolo ingranaggio, parte di un universo incredibilmente vasto. No di più. Comunque anche questa volta mi sono commossa. Tanto. Bhè, non è che abbia passato il tempo a lacrimare - beh, oddio, alcune volte ne avrei fatto volentieri a meno - però penso che emozionarsi così tanto per una cosa che hai la fortuna di ammirare con i tuoi occhi, sia propria una cosa bella. Ma bella sul serio. E' un posto, al di la di tutte le situazioni legate al cammino di Santiago, che vale la pena assolutamente visitare. Godo - nel vero senso della parola - ancora oggi, ad ormai 9 giorni di ritorno alla vita reale, di uno stato di leggerezza e profonda serenità che sono per forza un magnifico regalo di questo viaggio. Per forza. Sono sopravvissuta, contenta ed in parte orgogliosa di me stessa, molto meno isterica dello scorso anno e sicura di quello che voglio e di ciò che invece, non vorrò mai nella e per la mia vita. Per un'insicura cronica come la sottoscritta, sono consapevolezze conquistate con il sangue. Ma per certi versi, è stato proprio così.
Se vi va, qui ci sono alcuni scatti del viaggio. Non so dirvi se siano le più belle, di sicuro quelle che porto nel cuore con maggiore affetto. Ho solo pulito alcune immagini, i colori, sono quelli che ho visto davvero.
A presto, promesso. :)
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