N.P.

[on the air: meraviglioso - negramaro]

Ma se po’ campà cussì??
Io un attimo di respiro ce lo devo pure avere… non può essere sempre tutto così vorticoso…
Travolta dagli eventi di un week end tanto per cambiare intensissimo e stancante…
In queste circostanze mi sento come se fossi in balia di una corrente fortissima che non mi da la possibilità di attaccarmi a qualche ramo per tentare di resisterle…. Tentare per lo meno… non dico tanto…. Anche se alla fine riesco quasi sempre a fare ciò che più mi piace…
Del tipo…
La giornata di sabato è stata una cosa simile:
sveglia, lavoro fino alla mezza. Pranzo, alle due meno un quarto partenza per la chiesa.
Funerale del mio ex parroco, un’ora e 15 di celebrazione. Predica del vescovo Stucchi. DUE PALLE COSI. Bella è… ma quest’uomo deve troppo capire che non può stracciare i maroni ogni volta in sta maniera. PESANTE.
[Questa cosa però merita una menzione speciale: è stata una bella messa, una bella cerimonia, sentita, partecipata, commovente (a tratti) anche se sinceramente credevo di trovare molta più gente… visto che per cinquant’anni è stato una delle personalità più attive ed importanti del paese… il testamento spirituale, già scritto nel 1990, è bello. Non c’è nulla da dire. Sentendo ciò che aveva scritto, alla fine credo di aver capito che nel suo cuore avesse davvero una fiamma vivida che bruciasse d’entusiasmo e d’amore per la nostra comunità. Diciamo che molto probabilmente era sbagliato il modo di dimostrarlo. Almeno nei miei confronti. Non so ho avuto tanto questa sensazione. Nonostante ciò, nonostante mi rendessi conto dell’importanza della cerimonia cui ho partecipato, non sono proprio riuscita a provare dispiacere. Pietà cristiana si. Ma dispiacere davvero no. Proprio no. Non me ne voglia don. Spero solo che davvero riposi in pace e vada avanti a vegliare su di noi. L’unica cosa che il gigi ha detto di sensato, in un messaggio letto tra lacrime e soffiate di naso un attimino esagerato, è che tutti sapevamo che il don stava poco bene o comunque non avrebbe più partecipato attivamente alla vita mondana… ma il pensiero che comunque ci fosse non so… ci faceva sentire rassicurati. Che strana sta situazione. Adesso passo da casa sua e vedo tutto chiuso… ammetto che un pensiero glielo lasciavo sempre… vabbhè. ho rivisto il mio freddi, sempre in forma, sempre carino e sto giro anche gentile… sono pure riuscita a baciarlo….infatti nevica.]
pellegrinaggio con lo ste a piedi fino al cimitero, ritorno. Ma almeno siamo stati un po’ assieme, no ste?
Punch al mandarino in pasta dopo non so quanto tempo per tentare di riprendere un attimo di circolazione sanguigna e merenda.
Casa, borsa, trasferta fino a Cantù.
Partita, quaranta pure sabato, ritorno alla guida del muletto travestito da pulmino.
Scortate dal nostro prode cifiello parcheggiamo al birrificio. Prima lavata mega.
Deviamo verso una pizzeria tanto carina quanto inversamente proporzionale alla simpatia di chi ci lavora. Seconda lavata mega.
Ritorno a malnate dopo una PESANTISSIMA disquisizione sulle sorti di un ranocchio. Ah no era una tartaruga.
Nanna. Ore 02.00.
HVIGSVC JòDOVSODèVJK SèODJKèSDOPV èDJèS!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Se ci mettiamo che, come stamattina, tutta settimana scorsa il mio bioritmo mi fa aprire gli occhi alle 6 e qualcosa… non commento…

Oggi sono a pezzi.
Sono come un puzzle però ancora nel sacchettino di plastica.
Stanca. Morta.

La cosa più bella della partita di sabato sono stati i complimenti di picci alla fine della partita, e delle ragazzine avversarie. Cantù è strameritatamente prima in classifica. Anche se noi abbiamo sfiorato il colpaccio. Squadra atletica, con buoni fondamentali e soprattutto corretta, che sa giocare a basket. Finita la partita la # 10, che avrà tipo vent’anni meno di me con cui ho battagliato tutti e quaranta i minuti, mi ha abbracciata e mi ha detto un paio di cose carinissime… così pure l’arbitro. No il seminarista. L’altro. CHE SODDISFAZZZZIONI!!!!

Oggi compie gli anni la giuietta. È una delle persone con la testa più bella che conosca (al di sotto dei riccioloni da Shirley Temple). Quanto tempo è passato da quando, di ritorno dalle trasferte, si appollaiava su di me per dormire (… lei….)… la vedo crescere, maturare, diventare non so ancora se una grande donnina o una grande demente… o tutte e due le cose assieme… in gamba di sicuro… ma non glielo dico mai sennò si monta la testa… sta di fatto che è una delle mie compagne cui sono più affezionata per la sua intelligenza e la sua sensibilità che la fa arrossire in qualunque occasione… giocare assieme a lei, quest’anno, è semplicemente spettacolare. AUGURI GIUIETTA! Taioooo!!!!

Lavorare?
Ah si già.
Son qui per questo.

Buona giornataaaaaaaaaaaaaa!!!!

TESTAMENTO SPIRITUALE
DI DON GIUSEPPE

Capraia, 25.09.1990
Ho già scritto a Sua Eminenza la mia disponibilità a cedere il timone di questa barca che ormai da 33 anni sto guidando.
Sono venuto nel dolore di un abbandono che avevo iniziato ad amare ma con la brama di obbedire e l’ansia di donare quanto il Signore nella sua bontà mi aveva concesso. E nella gioia di quella obbedienza e della mia donazione sono ormai giunto alla chiusura. Nella mia fragilità e con le mie debolezze amai d’essere sacerdote con nel cuore un’ansia: i ragazzi, l’Oratorio.
L’ho aperto a San Salvatore vivendo da ragazzo tra i ragazzi, mi esplicai in modo che io non saprei ponderare a Casatenovo. Trovai certo sulla mia via oratoriana una Provvidenza straordinaria anche in tempo di guerra la rimarcai, e per questa Provvidenza ho potuto fare.
Avevo certo la malattia dell’Oratorio e dopo la pausa di Limbiate eccomi a Cantello e pur qui l’assillo principale fu ed è rimasto l’Oratorio e con esso nel cuore chiudo la mia missione di parroco.
Tre furono i miei coltivati amori.
Il Confessionale: non mi è possibile dire le ore passate a confessare, certo ho avuto tante soddisfazioni. Le vocazioni religiose sbocciate attorno a me, le devo al confessionale. La campanella, che ancora suona a Cantello ne è una prova e ne è il richiamo ... segno della mia disponibilità.
L’Eucaristia: in quanti modi ho cercato far capire che l’Eucaristia è il centro, l’espressione più sicura della vita di una parrocchia e di un’anima - chi non mangia di certo è un ammalato e presto o meno presto muore.
Quanta giovinezza ha superato il suo crescere tormentoso con l’Eucaristia!
Capivo che l’amore all’Eucaristia imponeva una vita pura e piena di lotta: fui sempre pronto a ricordare quello che diceva Gesù a Pietro: "Devi essere pronto a perdonare settanta volte sette". Una Comunione può santificare un’anima. Le adorazioni eucaristiche! Quanto ci tenevo e quanto eran preziose.
Il terzo mio amore fu verso la Vergine Santa.
La incontrai dappertutto, l’ho usata per tutti. Ne coltivai il culto, la pregai in tutti i modi ... il Rosario recitato prima delle S. Messe ... il Rosario attorno alla salma dei vostri cari, il ritrovo attorno ai suoi Santuari e alle nostre Madonne. Le abbiamo mosse tutte in varie occasioni.
Come ci tenevo a proclamare la nostra chiesa quale santuario splendido della Vergine Santa ... Gli altari, le pareti sono sue, parlano di lei. E lei la castellana della nostra parrocchia, lei posta alle entrate in paese al Borghetto e a S. Lorenzo, lei collocata all’uscita finale, la Madonna in campagna.
A tanti miei ragazzini, a varie coppie di sposi, ho suggerito di chiudere la giornata recitando ogni sera ai piedi del loro letto "tre Ave" alla Madonna santa, e mi sono accorto che i fedeli a quella pia pratica furono i più perseveranti nel bene.
Io l’ho sempre praticata, provando a non poter chiudere gli occhi al sonno, senza prima aver recitato le tre Ave Maria.
Questi tre punti restano il mio testamento spirituale che lascio a tutta la comunità, che ho sempre vissuto e amato come una grande famiglia.

don Giuseppe Parenti

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