Un momento di grande televisione (finalmente)

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Che tempo che fa' in vetta agli ascolti
Roberto Saviano e 'il finto dolore dei Boss'"La camorra uccide a colpi di silenzio e diffamazione"


Milano – Una grande lezione di verità e di giornalismo, quella di Roberto Saviano, ospite allo speciale di 'Che tempo che fa' condotto da Fabio Fazio, che focalizza l’attenzione sulle colpe del silenzio, sugli effetti di una comunicazione scorretta e corrotta della stampa. Saviano infatti parla in maniera attenta e partecipata della stampa locale napoletana, che fa affondare la verità su tante morti di giovani colpiti dalla camorra, facendo, al contrario, passare le dichiarazioni e le diffamazioni dei boss e di tutta la criminalità organizzata. Lo scrittore fa scorrere diversi titoli del Corriere di Caserta, dimostrando come il quotidiano diffami quotidianamente i veri eroi, le vittime della criminalità, scagionando e dando lustro al finto ‘dolore dei Boss, vittime della Giustizia’. Ma il racconto di Saviano, è anche una lezione sul potere delle immagini: sugli schermi alle sue spalle vediamo scorrere le foto di ragazzi uccisi quotidianamente, i funerali, le bare portate a spalla sempre da adolescenti. Uno scenario crudo, che mostra volti giovani, giovanissimi, le prime vittime del morbo che rappresenta la camorra. Parla del destino, che è sempre tragico, di questi ragazzi che per una ragione o per l’altra, per colpa o per ‘innocenza’, finiscono inghiottiti dal vortice della morte. «Io vengo da una terra in cui sia che tu faccia una scelta sia che tu ne faccia un’altra in positivo o in negativo, il destino è lo stesso. Si muore anche per stare in strada. Spesso colpisce la banalità di questo male. Al Sud i rassegnati restano, gli ambiziosi vanno via». Il silenzio a cui fa riferimento, non è solo quello della carta stampata, ma anche quello della politica che fa nulla o poco per far conoscere e porre questioni su questo tipo di criminalità e il silenzio degli elettori che per primi non conoscono il fenomeno. Nel suo monologo di quasi 40 minuti parla di persone, di storie, di accuse e soprattutto dell’incoscienza, l’ignoranza che corre tra le persone che considerano la camorra un aspetto marginale e locale della realtà italiana. Come già ha fatto nel suo libro Gomorra ci rispolvera la memoria parlandoci delle infiltrazioni della camorra, che nell'edilizia non opera solo al Sud, ma anche tanto al Nord, in città come Milano, Parma, e Berlino. Sono storie che passano sotto silenzio, e soltanto in casi di eccezionale gravità pubblica si sente la notizia. ll sogno di Saviano è di riuscire a far emergere attraverso la sua 'scrittura del vero', il sottobosco della criminalità organizzata e imprenditoriale che logora da anni il paese. "Questa battaglia non è la mia battaglia, ma la battaglia di molti - ha detto Saviano - e va anche bene se per una volta succede il miracolo che grandi interessi economici si fondano con l'interesse del Paese, che grandi editori di libri, televisivi, si uniscano per combattere la camorra. Basta pensare che la lotta per la verità si deve combattere all’ombra dei riflettori. Perché non creare una moda?". L’invito di Saviano alla gente è di non smetter mai di parlare, a costo di sacrifici e sofferenze. Lui ne è il primo testimone, scortato ventiquattrore su ventiquattro da una squadra di carabinieri, che da tre anni sono la sua nuova famiglia. Lo scrittore ha fatto breccia o quanto meno è stato ascoltato, infatti il suo intervento nella puntata speciale di Che tempo che fa è stata visto da 4 milioni 561mila telespettatori, registrando lo share piu' alto tra i programmi di prima serata, pari al 19 per cento. Se il sogno dello scrittore è di far diventare queste tematiche un’esigenza primaria di comunicazione popolare, in parte ci sta riuscendo.

GRAZIE.

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