Grazie Fransi

Un grazie immenso alla mitica Francesca Amendola per aver contribuito a lasciare questa bella testimonianza su ciò che ha creato Cicciuzzo.
Grazie di cuore Fransi.

Direttamente dal suo Blog...


Appuntamento a Cantello dal 15 al 17 maggio per la Fiera dell’Asparago; una grande opportunità per apprezzare e riscoprire le ricchezze del territorio della Provincia di Varese. Cantello rappresenta un vivace settore dell’agricoltura lombarda, nel rispetto delle tradizioni e dell’ambiente. Da anni ormai, strategie agricole e tecnologiche vengono sperimentate e sfruttate al meglio. I risultati sono evidenti, ben oltre i 120 quintali di produzione totale nel 2008, un aumento triplicato rispetto agli anni precedenti, considerando la ristretta area geografica. Si tratta anche di un significativo modello di iniziativa imprenditoriale.
La storia dell’asparago comincia da lontano e a Cantello da generazioni ci si dedica alla sua coltivazione. Una storia sociale e familiare che però dalla metà degli anni '90 ad oggi ha avuto una forte accelerazione a carattere imprenditoriale. Da alcuni anni esiste il Consorzio, che non si occupa della vendita ma della sua promozione, e la cui attività è dedicata al riconoscimento del marchio IGP, di Indicazione Geografica Protetta. Il Presidente Giannino Brusa (che insieme a Giacomo Mazza, Franco Catella e Angelo Bianchi completa la rosa dei 4 Grandi Produttori) comunica che: "da poco l'asparago di Cantello è stato inserito anche tra i Prodotti Tipici della Regione Lombardia, con le sue caratteristiche di eccellenza e specificità, descritte nel Testo Unico, che è stato presentato anche alla Comunità Europea; attendiamo quindi il marchio IGP, ben consapevoli della particolarità del prodotto e del nostro, seppur piccolo, territorio".
L'attività di tutti i produttori della zona è nata nella maggior parte dei casi per eredità familiare, comune a tutti è il grande attaccamento alla propria terra. Franco Catella, tra i pionieri della svolta a metà anni '90, ci racconta: "Quando eravamo ragazzi tiravamo su con le vanghe tutto il terreno per alloggiare i germogli, con grande passione e tanti sacrifici, ma la produzione era ancora di dimensioni "familiari" e mi chiedevo come fosse possibile incrementare il raccolto e quindi semplificare il lavoro, aumentando la produzione, fino a farne davvero una professione a tutti gli effetti. Sapevo che si poteva ottenere di più, per riuscire a non restare legati solo alla piccola produzione locale. Ai giovani che vogliono esprimere il loro talento nel settore dell'agricoltura consiglio di non rimanere mai fermi, creandosi sempre continui stimoli". "Ad esempio -prosegue- le politiche della stessa Comunità Europea in questi anni tendevano più ad assistere che a stimolare progetti e produzione; è fondamentale utilizzare bene il proprio terreno e sapere come questo lavoro va fatto".
"Ricordo i romantici weekend in Veneto... e anni di prove e sperimentazione" aggiunge con un sorriso la moglie, Antonella Croci, raccontando di come all'inizio, tra il '93 e il '94, andavano proprio lì ad imparare e a "carpire" i segreti e i metodi dei coltivatori della zona. Non è stato subito tutto facile, ma poi la conoscenza sempre più perfezionata dei terreni e del proprio territorio ha dato fiducia e risultati, e anche gli altri produttori hanno intensificato coltivazioni e raccolti. Catella si definisce "imprenditore e agricoltore", ha anche ultimato un punto vendita all'avanguardia, realizzato con criteri di risparmio energetico, che VareseMese ha visitato in anteprima. Non solo produttività ma anche solidarietà; alcuni ragazzi della casa di
Saranno giorni di degustazioni e divertimento: un successo locale e anche sana concorrenza campanilistica, soprattutto quando alla Fiera dell'Asparago scatta il momento clou, ovvero l'ambita competizione, con tanto di regolamento e rigidi criteri di partecipazione e selezioneaccoglienza e di reinserimento di Don Michele Barban, nell'ambito del noto progetto Gulliver, presto verranno avvicinati al mondo agricolo e soprattutto alla cultura dell'asparago. L'unica cosa che si continuerà sempre a fare a mano è la raccolta degli asparagi, che viene fatta uno ad uno, con l'attrezzo apposito (la famosa sgorbia), una specie di ferro ricurvo che viene infilato nel terreno, staccando delicatamente il germoglio, lasciandolo integro. Angelo Bianchi, altro produttore locale, racconta: "Nei primi giorni di raccolto ci occupiamo di verificare come e quanto i germogli siano pronti, tenendo presente che ogni intero asparago, così come lo vediamo in tavola, cresce in sole 24 ore, e il lavoro di ogni giorno è a pieno ritmo, infatti sono sempre di più le persone che dobbiamo impegnare quotidianamente nelle asparagiaie. Si devono togliere i teli protettivi dagli alloggiamenti, si raccoglie ciascun asparago con la sgorbia, e si deve ricoprire di nuovo il terreno". Aggiunge Giannino Brusa: "l'importanza del lavoro manuale è stata ed è ancora fondamentale, è la garanzia del prodotto della nostra cultura. Mi riferisco non solo al raccolto, ma anche a tutti quelli che partecipano alla Fiera (in primis le nostre donne con la loro pazienza!) e che rendono l'evento davvero unico". Conferma poi, l'importanza della Fiera dell'Asparago per l'intero movimento imprenditoriale e agricolo, aggiungendo: "tutti noi dobbiamo molto soprattutto all'attività della Pro Loco, che ha saputo tener viva questa tradizione anche in anni in cui la produzione non era ai livelli di oggi; tutto ciò ha determinato il valore e il pregio del prodotto". . Francesca Amendola [da VareseMese, www.varesemese.it]

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