Vediamo cosa riesco a scrivere...

[on the air: mai più noi due - dolcenera]
uff.
ufffffffffffff.
ufffffffffffffaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.
sono giorni, settimane, che vorrei avere il tempo... anzi no, trovare il coraggio (termine più esatto) di mettermi qui e scrivere tutto quello che mi è capitato e tutto quello che mi passa per la mente. un delirio. come un hard disk da 512 Mb costretto a sopportare 80Giga di dati, input, problemi, blocchi, reset, virus e tutte le peggio cose. ho paura certo che mettendo nero su bianco ciò che sto vivendo tutto mi appaia ancor più nudo e crudo, ancor più violento e vero. l'unica cosa vera e certa, e di questo purtroppo me ne sono resa conto nell'immediato, è che sono andata veramente nel mucchio. ma veramente. il muro in cemento armato (che poi alla fine ho preso in faccia davvero ehehe) mi ha letteralmente mandata insieme. La base, fortunatamente c'è ed è l'unica cosa che mi ha permesso di ritornare a camminare su entrambe le gambe come un malato grave dopo una lunga riabilitazione, ma il resto... un mucchio. i primi giorni vedevo il mio cervello come la palla del didò usato... di mille colori, molle, informe. una merda insomma. ho cercato di staccare i vari colori e di rimetterli al posto giusto (o che a me sembrasse tale) facendo una fatica disumana. ma disumana. io credo che questo tipo di dolore, questa sensazione di perdita devastante la possa capire solo chi ci è già passato. è stato assurdo sentirmi dire IMMAGINO COSA TU STIA PASSANDO... eh no. no no. purtroppo cosa ti provoca dentro una cosa simile non lo si può immaginare. vivo la quotidianità facendomela scivolare addosso, prima divoravo la vita ed ogni istante della giornata, ora me ne può fregare di meno di tutto quanto... perchè alla fine la mia vita, quella di prima, non esiste più. la chiara di prima, non esiste più. è tutta da ricostruire, visto che va di moda. chissà se quel minchione del berlusca mi darà qualche incentivo come ai terremotati. quattro anni fa, quando è mancato mio papà, pensavo di aver provato il dolore peggiore che si potesse vivere, credevo di aver raschiato il fondo del barile... ma nulla... e dico nulla di quel momento può essere paragonato a ciò che ho visto e provato in prima persona. a partire dalle 07.25 di sabato 25 aprile in poi. solo in questi giorni inizio a ricordare flash, parole, telefonate, persone con cui mi sono interfacciata ma di cui avevo rimosso ogni riferimento. allucinante. una cosa sola era accaduta con il papi e che anche questo giro si sono replicate. ma stavolta in una maniera pazzesca nella loro complessità ed inspiegabilità iniziale... duri, durissimi da digerire e da accettare... ma cicciuzzo era così. e mai come in questo ultimo periodo mi sento preda della sue manone. succedono cose che all'inizio non mi spiego, troppo dure, troppa sfiga, troppa merda... ma poi ci ripenso... e lì ci trovo lui. xchè cicciuzzo era così. quando mi cazziava mi mandava via a 4 zampe da tanto che mi diceva cose terribili... poi però... alla fine, aveva ragione lui. l'incidente in moto e la pallacanestro, ad esempio, apparentemente non hanno nulla che le colleghi. ed invece, più passavano i giorni e più mi si delineava preciso lo scopo di tutto. il botto, l'indifferenza, le cattiverie sussurrate alle spalle, le cose non dette, le frasi terribili tipo "innanzitutto bisogna dividere il dramma umano dal campo" (... ne riparliamo nè...), le telefonate, il mal di schiena... in un momento così terribile sono stata privata delle due cose "materiali" cui tenevo maggiormente: la moto ed il basket. denudata completamente. come se cicciuzzo volesse obbligarmi a dare il giusto ordine di prioprità alle cose alla sua maniera: la più dura e difficile possibile. mi ha incredibilmente aperto gli occhi su una realtà finta, di comodo, senza nulla di vero e solido alla base... mentre io ero certissima del contrario; la dimostrazione sta nel fatto che è bastato un sms, un sms solo, (scritto fondamentalmente xchè io, almeno, le palle x dire in faccia le cose come stanno le ho... e come sempre ho pagato a caro prezzo...), per far finalmente saltar fuori cosa in realtà certi personaggi pensassero di me. e poi sono io che dico le cose cattive e pesanti... alla faccia del cazzo! (mi sarebbe piaciuto però che, per una volta, le cose venissero dette a me... xchè prendersela con chi non c'entra una sega è troppo facile...), ma la qualità delle persone si misura anche e soprattutto da queste cose. solo con un colpo così duro ho potuto rendermi conto dell'affetto vero e di quanto alle persone cui ho dato il cuore importasse di me. risultato: una desolazione che mi ha uccisa. solo dopo un colpo così duro ho trovato il coraggio di chiudere (molto dolorosamente) il capitolo basket, per lo meno con quella società e soprattutto con quelle compagne. il male che certe parole (dette e non) e certi comportamenti mi hanno provocato, in un momento di così totale delirio, non li potrò mai dimenticare nè tantomeno perdonare. dopo 10 anni di condivisione, pensavo e speravo che nel momento più brutto della mia vita non ci si attaccasse ad un sms per sputarmi merda addosso... che ci fosse la capacità e l'intelligenza di andare oltre e di capire... ma sono tutte illusioni mie. credevo che mi si rispettasse e mi si volesse bene davvero... non solo quando servivo da parafulmine o per risolvere i casini dello spogliatoio. invece molto probabilmente ero solo mal sopportata. peccato. è stato un risveglio terrificante. vabbhè. comunque la priorità era ed è una sola: stare vicina alla mia mamma ed all'Anto. Ed io l'ho fatto, tranquillamente, serenamente, per Cicciuzzo e per lei... xchè quel cazzone avariato mi manca in una maniera così grande da non riuscire a spiegarla a parole... a me. immagino a lei, visto che viaggiavano ammanettati... ogni cosa, ogni gesto, ogni mio modo di fare o dire, mi parla di lui. mi sono improvvisamente resa conto di quanto fossimo uguali ed uniti, molto più di quanto credessi(mo) forse... xchè c'era l'abitudine di vivere assieme... xchè io ero certa che in qualsiasi momento lo chiamassi lui correva. qualsiasi. e lui ha fatto la stessa cosa con me sabato mattina. ha fatto prendere il telefono in mano all'anto e mi ha fatto chiamare. xchè tra noi era così. sempre. anche se, mannaggia a lui, l'avrei accompagnato ovunque... al mare a giulianova, a parigi, a Roma, al capanno all'alpe tedesco, a ceresole nel bosco, al capannone... ma mai... e dico mai... dall'ospedale in chiesa impacchettato nel cappotto di legno. mai. peggio di questa cosa, che non credo di dimenticare mai nel suo senso allucinante, ci sono la faccia della dottoressa che mi guarda e mi dice: "bla bla e bla bla bla... purtroppo il signor catella non ha risposto alle terapie... il signor catella non si è mai ripreso... il signor catella è morto", le lacrime di mia mamma, donna così forte e fiera che piange inconsolabile, come una bambina piccola, debole ed indifesa, che mi strazia il cuore da morire, il pianto di mio fratello Giuseppe, Roberto e Claudio mentre lo accarezzano, loro sempre così forti e coraggiosi... annientati come me davanti a cicciuzzo che per la prima volta non ci manda a fare in culo con la sigaretta in mano ma è li, che dorme beato, come quando a Santo Stefano si è scofanato anche le gambe del tavolo.... devo ricostruire la mia vita, devo ricominciare da zero, perchè ripartire dal 24 aprile mi sembra impossibile, difficile ed ingiusto. io lo penso, adesso, ed ho ancora la certezza che possa tornare da un momento all'altro. lo sento come se fosse in vacanza, come se ci fosse ancora... ed invece mi guardo attorno... e porca merda non c'è davvero. in questo periodo stiamo uscendo parecchio con l'anto... ma vedere lei da sola mi massacra un sacco... perchè loro due non erano il franco e l'anto. erano ilfrancoel'anto. sempre. ovunque. in ogni occasione. lunedì sera c'è stata la festa per la presentazione della lista in piazza... so benissimo quanto ci tenesse ad esser lì... sarebbe stato super orgoglioso della sua sorellina... e dalla gente, tantissima gente, ho ricevuto abbracci di conforto invece delle solite pedate nel culo o delle solite pacche... vivo, faccio, disfo, affronto, mi incazzo, rido, piango, dormo (male), guardo ma non vedo, sento ma non ascolto, subisco senza reagire, mi capitano sfighe di ogni natura ma fotte... tutto mi scivola addosso... vorrei chiudere gli occhi e risvegliarmi nella prossima vita, quella in cui la mia fantastica famiglia è ancora lì, tutta bella unita e felice come nella foto per il compleanno della rosetta... è che a me spiace per lui. io ci sto male, noi soffriamo, ci spacchiamo la testa, versiamo lacrime... ma non siamo noi sotto due metri di terra con tutti i sogni finiti, i progetti crollati, l'amore perduto. è lui. mio fratello. quell'asino di cicciuzzo, quello che viaggiava incastrato nel fiorino xchè non ci stava dentro, quello che mi mandava a fare in culo e che mi chiamava venti volte al giorno, quello che mannaggia a lui le cose le ha sempre fatte in grande... compreso portarsi via un pezzo del mio cuore nel modo più spettacolare possibile. spero, un giorno, di capire il xchè di tutto questo. xchè adesso, xchè a lui, xchè a noi, xchè in questo modo... xchè una persona simile. non lo so. fra... ma che cazzo. io, di vivere il resto dei miei giorni senza di te, non c'ho voglia. io te lo dico. te lo dico tercento volte al giorno. capissciammè.

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