Il lutto
La nostra identità, il nostro sé sono costituiti per una parte importante dalle "introiezioni". Questo significa che ogni persona si porta dentro un partner, dei genitori, dei fratelli, dei figli, degli amici, ma anche un lavoro, un ideale politico o religioso. Le rappresentazioni di queste persone, di queste attività o idee sono parte della persona (per esempio, "sono un'insegnante", "sono figlio di", "sono madre di", "sono un maratoneta", "sono comunista").
Quando accade che si viva una perdita per un rifiuto, una separazione o un lutto, che si perda il lavoro per licenziamento o pensionamento, che ci sia un fallimento personale o il chiudersi di una prospettiva, le persone non sentono solo che si è impoverito l'ambiente circostante, ma anche una parte del loro sé, come se questa parte fosse andata perduta assieme a ciò che le persone amavano e sentivano parte di loro. Ciò che si sente in questi casi è un grande o incolmabile senso di vuoto. Capita spesso che si vada alla ricerca dei propri errori e dei propri sbagli, col celato desiderio che ponendovi rimedio la persona o le cose perdute potranno tornare. Al posto dell'elaborazione del lutto si situa l'autocritica.

Freud ha descritto la differenza tra il lutto e la depressione. Nel lutto il soggetto vede il mondo esterno impoverito, e ritira da questo, per un certo periodo di tempo, il suo interesse. È possibile che si provi rabbia e rancore più o meno coscienti, per chi ci ha lasciato, per chi è morto. Rabbia e rancore per essere stati lasciati soli. Nella depressione invece l'impoverimento è interno, è il proprio sé che diventa vuoto, colpevole e disprezzabile, l'individuo ritorce contro se stesso la rabbia destinata all'oggetto perduto. Il suicidio diventa allora una possibilità reale, uccidere se stessi per vendicarsi dell'oggetto.

Freud ha parlato del lavoro del lutto consistente in tre fasi: la fase di diniego in cui si rifiuta la realtà della perdita, la fase di accettazione nella quale viene ammessa la perdita e la fase di distacco con la capacità di poter investire su altre persone, interessi o attività. Tutte le società hanno dei riti che favoriscono il lavoro del lutto, che può essere anche molto lungo. Quando però il lavoro del lutto non viene compiuto, quando non si riesce ad elaborare la perdita e la persona non si distacca ma mantiene dei legami psicologici con i vecchi investimenti, allora subentra la depressione. Il dolore normale del lutto diventa malattia.

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