La posta del cuore VI (scovata nei meandri del pc)

Credo che anche il tuo nome fosse, debitamente, inserito nella mailing list degli auguri natalizi, che dovresti quindi aver ricevuto. In ogni modo, ad alcuni perviene anche un pensiero personale, espressamente dedicato a loro. Fanno ovviamente parte di questo elenco ristretto coloro cui sono legato e che, magari, non ho occasione diversa di contattare. Il motivo per il quale ci sia anche tu, in effetti, non è scontato, dato che ci vediamo solo attraverso i parabrezza delle auto, quando s'incrociano sulla provinciale, con frequenza circa trimestrale. Anche i contatti sono frequenti quanto quelli dei coloni americani del '700 con la madrepatria oltreoceano! Quindi, il perché ti scriva un augurio natalizio dedicato è cosa articolata e complessa, che si può riassumere in quanto di seguito esposto (però, che pensiero aulico e formale che ho appena messo in piedi! Roba d'altri tempi...).Per prima cosa, ti scrivo perché l'avevo promesso ma mi ci sono voluti tre mesi per trovare il tempo (almeno per Natale, facciamo i buoni). Quindi, è un augurio che parte da lontano. Secondo, perché ti considero una ricevente empatica. Se non sai cosa sia, non ti preoccupare. Sei in compagnia del 99.8 della popolazione mondiale. Significa che, per ragione del tutto misteriosa, ho l'insana convinzione di trovarmi in sintonia con te. Sarebbe a dire che, in altre parole, per motivi imperscrutabili, le 3 o 4 volte che ci siamo detti qualcosa appena più interessante di "Ciao" e "Chemminchia combina Fabio" mi è parso di percepire qualcosa più di quello che le semplici parole potevano trasmettere. Un tempo non molto lontano non te l'avrei detto. Non per paura di venir considerato uno che ci prova: comunque ti reputo attraente, non sarebbe stata una disgrazia. L'avrei evitato perché viviamo in un mondo dove un pensiero profondo, a meno che non faccia parte di una tecnica d'abbordaggio stile "Fascinoso intellettuale", viene sempre guardata come una cosa sospetta, quasi quasi strana. Siccome però, come fioretto del 2007 che si va concludendo, mi sono promesso di coltivare le sensazioni, a costo di apparire un po' sfacciato, ecco che ti lascio alcuni commenti. In parte, comunque, è responsabilità tua. Una volta, ti dissi qualcosa di sensato in proposito, e tu (meschina) mi lasciasti con un aria corrucciata e la frase "...come fai? ... una volta o l'altra dobbiamo fare quattro chiacchiere!" Ora, dato quale postulato che, se aspetto te, le chiacchiere le faranno i nostri trisnipoti, ecco che ti compongo il presente monologo (così impari!). Ti porgo quindi i migliori e più sinceri auguri per un buon periodo di festa e soprattutto per un radioso 2008. Come regalo, ammesso che si possa considerare tale, ti scrivo quello che avrei voluto dirti, con l'implicita, ovvia premessa che, anche se ci avessi preso, non sei in alcun modo tenuta a dirmelo e che, nel farti sapere che sensazioni mi hai trasmesso, non c'è nessuno specifico fine se non quello di mettertene a conoscenza. Prendilo come se fosse soltanto finalizzato a mantenere la promessa fatta a me stesso, quando ho smesso il panni del diplomatico a oltranza e, a coloro che m'hanno, pure involontariamente, trasmesso qualcosa, ho deciso di andarlo a dire. Pazienza se è considerato anomalo. Se ci fosse un gioco e dovessi scommettere del denaro sulla domanda: "Quale pensi sia davvero il carattere di Chiara", quattro soldi li avrei messi sulla seguente definizione:nasconde la sua anima; si comporta come un uomo per proteggere una femminilità notevole che però ha subito degli attacchi e considera vulnerabile; la moto, la capacità di tirare accidenti come neanche uno scaricatore del porto di Genova, il ruolo nella squadra... sono tutte sue caratteristiche che hanno in comune la dote d'essere delle splendide e robuste armature; nella vita è molto più semplice dire agli altri ciò che si fa, piuttosto che ciò che si è (esperienza personale, primo peccatore); se dovessi scommettere, direi che vuoi apparire forte, perché sei affascinata dalla forza, ma non la desideri per te; tu la usi solo per non bruciarti, perchè la forza altrui ti attira ma ti scotta come la luce del fuoco brucia le ali della falena. Un tempo era sinonimo di protezione e serenità, oggi fa paura.Oibò! ho davvero esagerato. Rileggendo quello che ti ho scritto non sono più tanto convinto che te lo manderò. Se alla fine lo ricevessi, sappi che non sono mosso in alcun modo dall'intento di farmi i cavoli tuoi, ma che mi hai lasciato istintivamente una buona impressione e, a quelli che considero amici, cerco di dare sincerità. Stai tranquilla: anche se eravamo rimasti d'accordo che avremmo fatto due chiacchiere, a meno che non sia tu a volerlo, questo esaurisce l'argomento. In ogni modo, buon cammino.
P. S. quattro pensieri per finire l'anno: 1) il peso dell'armatura a lungo andare logora il suo portatore più di quanto non sia utile a proteggerlo; 2) una catena vincola uno schiavo ad un padrone ma, se cerchi di fissarli ambedue, quello che davvero distingui è la catena, non chi sia l'uno o chi sia l'altro 3) i legami peggiori, quelli il cui peso non sembriamo sopportare, li creiamo noi stessi, non li impongono gli altri; 4) La libertà e frequentemente un paradosso e si manifesta nel donarsi, ma molte persone sono infelici perché solo chi si possiede si può dare a qualcun'altro. Baci

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