Non so
Non so se essere contenta. O triste. O incazzata.
Ieri abbiamo avuto la conferma definitiva: l'ospedale ha ammesso "l'errore" e ci verrà riconosciuta un'indennità, una specie di risarcimento danni, dovuto alla morte della mia mamma.
CAZZO.
Da ieri i pensieri che martellano la mia mente sono questi:
Allora me l'avete ammazzata davvero voi se, viste le premesse, visto il muro di gomma (anzi, di cemento armato direi) contro cui siamo rimbalzati nell'immediato, quando storditi dal dolore e smarriti difronte a quella tragedia chiedevamo una spiegazione sull'accaduto, ammettete la vostra colpa sottoforma di risarcimento...
Potrebbe anche esserci un minimo di soddisfazione in tutto questo, alla fine avevamo ragione noi, avevo ragione io... mi accorsi subito che si trattava di un infarto, che non era un semplice mal di stomaco, se solo il mio medico di base mi avesse ascoltata...
CAZZO.
La prima volta in cui qualcuno ci diede retta, ma retta sul serio e non solo a parole, era il 29 dicembre del 2009, la sera in cui conobbi Matteo. Ci spiegò che la giurisprudenza, in questi casi, è molto complessa proprio perchè tratta del valore più importante in assoluto: la vita di una persona. Mi ricordo distintamente di essere uscita ancora più arrabbiata e addolorata, perchè i presupposti per ottenere giustizia c'erano tutti ed erano anche gravi; e di avere fatto questo pensiero: stai a vedere che il sacrificio di mia mamma servirà a farci un regalo, ad aiutare ciascuno di noi, i suoi gioielli. Conoscendola, so che sarebbe contentissima di esserci stata utile anche dopo averci lasciato.
Ripenso a quel maledetto giorno, a tutte le cose che sono andate storte: da mezzogiorno emmezzo in poi, non una cosa è andata per il verso giusto. Fino alle 20.15, in cui hanno chiamato mio fratello Giuseppe nella saletta colloqui, la stessa identica scena vissuta da me il 25 aprile, sei mesi prima. Da lì in poi ricordo solo di essere scappata fuori dal pronto soccorso. Poi più nulla.
Ci ripenso, con un attimo di lucidità mentale in più ed a questo punto ogni circostanza inizia ad avere una spiegazione, una collocazione, un perchè.
Anche se non riesco ad abituarmi alla sua assenza, nonostante gli sforzi di ogni giorno, anche se mi manca da morire e una fine così una grande donna come lei non l'avrebbe mai meritata, adesso capisco.
E forse accettare anche questa lezione dalla vita, è un pò più facile, perchè come dicevo prima, per lei questo è il regalo più bello che ci potesse fare.
Un pò come se ci chiedesse scusa, per averci lasciato senza nemmeno averci salutato e sorriso un'ultima volta.
Grazie Mamma.
Ti amo.
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