Pensavo di fare un regalo a mio Papà...

[on the air: salvami - modà]


Ed invece, LUI ha fatto un regalo a me, MERAVIGLIOSO.
Ieri era la giornata di festa, per il 90° di fondazione del gruppo alpini di Cantello, uno dei più vecchi d'italia, considerando che l'associazione vera e propria esiste da 92 anni.
Ci sarei andata, comunque, assieme al mio superdirigenteamicompagnodimerende, che con la sua solita delicatezza mi aveva "obbligato" ad andarci.
Io però volevo fare un regalo a mio Papà, che chissà come sarebbe stato contento di festeggiare questo importante traguardo ed avrebbe certamente sfilato assieme agli altri soci con il cappello con la penna d'ordinanza ben saldo sulla testa; ci sarei andata, ma avrei voluto indossare il suo cappello, uno degli oggetti a lui appartenuti più preziosi e sacri che conservo. Mille dubbi, incertezze, come al solito. Tutta la sera del sabato con il pensiero fisso. Poi, mi arriva questo sms: "La Nico sottolinea che i gruppi alpini sono formati da soli uomini che non sempre arrivano a sottolineare certe cose importanti ed è per questo che sostiene la tua orgogliosa presenza con il Cappello (scritto esattamente così, ndr) domani!".
E' da ieri che lo benedico, questo sms, xchè senza questa spinta, probabilmente, non avrei osato.
Pensavo di fare un regalo a mio Papà, ed invece ho ricevuto in regalo delle emozioni indimenticabili. Immense.
La messa, è stato forse il momento più difficile, poichè l'ambiente era lo stesso identico del giorno del suo funerale: i gagliardetti dei gruppi, i volti conosciuti, il coro Sette Laghi. Temevo, ma un pò ci speravo, che venisse cantato Signore delle Cime, proprio come il 4 agosto del 2004; ho mantenuto la promessa, di riascoltarlo nuovamente, ed ho pianto, un pianto liberatorio per un sacco di cose. E' incredibile come certe ferite, che alcune volte ti sembrano chiuse, rimarginate, alla fine siano sempre lì, fresche, in superficie, pronte a bruciare appena le sfiori.
La sfilata per le vie del paese, invece, è stato il momento più bello: a parte l'essere in mezzo ad un sacco di alpini, ognuno col cappello e la penna nera, ho provato una sensazione di fierezza indescrivibile.
FIERA di essere lì, FIERA di essere lì con lui, FIERA di poter portare di nuovo il suo cappello che tanto adorava per le strade del suo amato paese, FIERA di avere fatto quel che avevo nel cuore, FIERA per ogni persona che con gli occhi lucidi mi si avvicinava e mi chiedeva: L'è ul capèl d'ul tò pà nè?, FIERA di sentirsi dire, alla fine della messa, come il tuo Papà nessuno mai.
GRAZIE PAPA', CON TUTTO IL CUORE.




... dai loro baldi e forti petti
spira un’indomita fierezza.

Commenti

Anonimo ha detto…
.....potevi invitarmi...l'alpino sono io.......tanto x dire......hi hi hi
Chiara Catella ha detto…
... si ma il cappello, te ghe l'et ammò??

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