1 e 50

[on the air: tornando a casa - f. concato]


Avrei voluto postare nei giorni giusti, o per lo meno farvi gli auguri di Buona Paqqua e Paqquetta, ma non ho assolutissimamente avuto tempo per farlo!
Sono stati giorni intensissimi ma troppo, troppo carini.
In quei giorni, poi, cadevano due anniversari importantissimi:
  • Sabato Santo, il 7 aprile, era il 50° anniversario della nascita di mio fratello Lorenzo, la persona più buona, altruista  e generosa che conosca da sempre. I miei fratelli, sono come i genitori, sono degli higlander, sempre uguali, sempre loro, però pensare che in tre hanno già superato i limite dei 50 mi fa un pò effetto... come siamo cresciuti! Da domenica, comunque, è ufficiale: la mia famiglia è professionista delle feste a sorpresa! Che ridere, mi divertono troppo e soprattutto è bellissimo vedere la faccia del festeggiato di turno che tutto si aspetta tranne che vedere tutta quella gente lì apposta per lui... Bello il mio fratellone! Erano diversi gli anni in cui non passavo una domenica di Pasqua così bella e serena... Ho chiuso gli occhi con un senso di pace ed appagamento davvero grandi e belli.
  • Lunedì di Paqquetta, il 9 aprile (oltre ad essere il compleanno del mitico Giorgino <3), ricorreva il primo anno da single nella mia nuova casa. Fermo restando che fino a settembre, con parecchi lavori da finire e cose da sistemare, è stato comunque un vivere sempre in tensione e con un sacco di pensieri per la testa, questo primo anno in solitaria ha avuto diversi risvolti, non sempre positivi. Il primo aspetto, il più doloroso in assoluto, è emerso proprio a settembre in coincidenza con lo svuotamento della casa da varie presenze più o meno ingombranti e dalla fine di tutti i lavori: ero sola. SOLA. S-O-L-A. Il biennio 2009-(primi mesi del) 2011, atroce in ogni suo aspetto, mi vedeva però troppo occupata a lottare per la sopravvivenza, ad incazzarmi per difendere le mie cose, la mia casa, il mio quotidiano. Avevo la mente zeppa di emozioni, di dolore, sentimenti, cosa da fare, da risolvere. Un casino mai visto che però un pò alleviava la mancanza vera, viva, materiale, soprattutto di mia mamma, visto che era la persona con cui condividevo ogni spazio della mia vita. I primi giorni in cui potevo godere del frutto di tutti i miei sacrifici, sono stata assalita da un senso di solitudine e nostalgia immensi. Desolante, veramente. Che brutto. Mi dicevo: Ok, mi sono ammazzata per arrivare fino a qui... e adesso? Cosa me ne faccio di una scatola così gigante vuota? Non mi sentivo al mio posto. Poi, un pò la ripresa della vita "normale", un pò l'abitudine, alla fine ho iniziato a viverla bene. Diciamo che la svolta c'è stata dal giorno di Santo Stefano, in poi. Occorreva la presenza di tutta la mia famiglia in blocco, per scaldarla e farla sentire davvero viva. Da poco, ho smesso di sbagliare i tasti delle luci... può sembrare assurdo... ma non avevo idea di quanto ci volesse per imparare a schiacciare quello giusto! E meno male che me la sono progettata io in ogni singolo, minimo, piccolissimo particolare... Comunque la vita da single, per adesso, mi sta aiutando parecchio. Vivo situazioni esterne faticose e ben poco edificanti che per essere affrontate diciamo, degnamente, occorre che alla base ci sia un posto, un luogo, un rifugio in cui stare decisamente BENE. E questo è per me, casa mia in questo momento. Rifugio, è senza dubbio il termine migliore. Lo è sempre stata, a dire il vero. Diciamo che è tornata ad esserlo. Poi, assolutamente, dà una porca soddisfazione toccare tutti i giorni con mano ciò che hai sognato di vedere realizzato per anni... me la sono cucita addosso: all'inizio era un vestito larghissimo, adesso, dopo un pò di lavaggi, è tornata la giusta misura. Vivere da single, comunque, al di là di tutti i retroscena emotivi, è l'emblema assoluto della libertà. Un anno è già passato e sicuramente un insegnamento l'ho recepito: va bene che è casa mia, va bene che io come al solito sono gentile ed ospitale, va bene tutto... ma quella casa, per quello che rappresenta e per come è stata concepita, non deve essere aperta a cani (tranne la sally) e soprattutto porci. Occorrerà che inizi a fare selezione, come fuori dalle discoteche. Ed imparare un volta per tutte a dire dei no, grossi come una casa. Appunto.

Ritornando a casa come sempre 
c'e' tanta gente intorno a me 
e allora chiudo gli occhi
 e so che cosa fare 
penso solo a cose belle, 
penso a te 
e penso:
 ma che bestia brutta la tristezza 
ma questa sera non mi prendera

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