Ventitrè Maggio
Non è ancora morto Giovanni Falcone, perché non è sparita la speranza di vedere una Sicilia che respira, che cammina da sola, che non è terra di passaggio ma di approdo, che combatte perché i suoi figli partano pure disgustati ma vi tornino affamati di nostalgia e futuro, sollevati da un clima pulito, da un'aria di cambiamento. Lui nei ricordi vive. Perché della morte aveva un'idea cristallina: "Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere." E se lo Stato non ha fatto da scudo al suo corpo, alla sua anima hanno fatto da protezione i ricordi di chi lo ha eletto eroe, prima ancoradi conoscerlo. E finchè l'anima di un valoroso continua a respirare nei ricordi e nell'etica altrui, finchè viene indossata con l'orgoglio da isolana cui la mafia fa schifo, per la sua natura imperitura, quell'anima resta immortale. (www.gqitalia.it)
Considero questa persona un eroe. Un vero eroe. Uno che per cambiare le sorti del proprio paese non si è riempito la bocca di parole inutili, non ha passato il proprio tempo a lamentarsi, a criticare, a fare demagogia. Ha lottato e si è esposto in prima persona, rimettendoci tutto quanto avesse: affetti, quotidiano, professionalità, esperienza, LA PROPRIA VITA. Come in altri eventi storici che ho vissuto in diretta, ricordo perfettamente cosa stessi facendo, dove fossi e la sensazione di sgomento e paura che accompagnarono la notizia. Ma nulla, veramente nulla, poteva rappresentare quanto in realtà fosse successo. Per fermare una persona simile, è stato necessario far esplodere un tratto di autostrada.
GRAZIE GIOVANNI per il tuo esempio di vita e perchè tu sei davvero l'emblema dell'anima immortale.
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