"Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita"


Mi sono collegata via web, il 28 febbraio alle ore 17, proprio nel momento in cui le pale dell'elicottero papale iniziavano a girare. Ho seguito il volo quasi trattenendo il respiro, cosciente di assistere ad un momento storico, un evento che avrebbe davvero ha segnato la storia. Non ho mai avuto una passione per questo Papa. E' anche vero che il successore del grande Karol, chiunque esso fosse stato, avrebbe avuto un compito gramissimo se non impossibile. La differenza proprio dal lato umano, di comunicatività, di entrare nel cuore dei propri fedeli, tra i due, era davvero abissale. Ma non per questo, a prescindere, ho mai giudicato benissimo uno e male l'altro. Il suo gesto, l'essersi dimesso, l'aver ammesso l'umana debolezza di non riuscire a reggere il proprio ruolo, secondo me, è stato sensazionale. Meraviglioso. Incredibile. Da grande Uomo prima che grande prelato. Quando appresi la notizia, comunque, restai assolutamente smarrita. La sensazione che ti resta  addosso nel momento in cui perdi un punto di riferimento grande ed importante. Non l'ho valutato come un atto di amore. L'ho apprezzato perchè l'ho recepito come un segnale di umiltà forte, davvero come servo e pastore del Signore verso il quale ha votato la propria esistenza. Qualunque cosa d'ora in poi faccia, spero solo che questa decisione lo porti a stare bene e che il percorso dell'ultima tappa della sua vita sia sereno. Peccato, forse, che alla fine ci ricorderemo di Benedetto XVI più per la sua "fuga" che non per ciò che ha compiuto durante il suo mandato. Buon viaggio, Santità.

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