Cosa c'è che non va...

[on the air: come undone - r. williams]


A dire il vero non saprei nemmeno dire come sto.
Non sto bene, perchè so cosa vuol dire stare bene...
Non sto male, perchè so cosa vuol dire stare male...
Come diceva il mio amico L.:
"Non è che sto male, è che non mi sento molto bene!"
(citazione mitica... ma mitica sul serio).

Sono rimasta vittima di scelte scellerate, dettate da:
a) senso di colpa; b) senso del dovere; c) senso di sdebitamento; d) affetto; e) pancia.
Mancherebbe la t) di TESTADICAZZO. Ecco quella si.

In nessuna di esse - pronome no lettera - trovo che ho fatto tutto questo per me stessa, perchè mi piace, perchè mi fa stare bene, perchè mi rende felice. Anzi. Subisco, senza essere in grado di venirne ad una, di fare quello che in realtà vorrei, di essere IO a decidere per le mie cose e non lasciare che siano gli altri a farlo, come sempre è accaduto in passato. Sono costretta a piegarmi alla volontà altrui in un ambito in cui potrei bellamente mandare tutti a caccare, come in realtà avevo già deciso nel mese di agosto. Ma poi scatta il ricatto morale. E qui si raschia davvero il fondo del barile, per quanto sia triste la questione. Sono diventata davvero insofferente a questo tipo di situazioni. Mi prenderei a calci da sola. Ho provato ad intervenire, a sbattermi, a divincolarmi, con il solo risultato di peggiorare soltanto la situazione, mettendo a rischio anche rapporti con persone cui tengo davvero tanto. Ma come ho potuto essere così idiota di domando tutte le mattine guardandomi allo specchio mentre mi faccio la barba? COME? Come posso essere ancora vittima di me stessa alla soglia dei quarant'anni? Sti quattro peli bianchi che mi ostino a coprire con orribili pastoni color meticcio del canile, possibile che servano solo a ricordarmi il dolore, le preoccupazioni, i 39 ventidue giugno passati? Boh.
Esiste poi qualcosa di più orribile che sentirsi soli nonostante si abbia una persona accanto? Esiste? No dai. No. So perfettamente di essere una persona difficile, faticosa e complessa, [cit.] lo so. Ma non è possibile che non abbia mai pace, quando trattasi di sentimenti. Che, a dire il vero, non abbia mai pace. Punto. Io quelli che hanno un'arachide al posto del cervello li invidio da morire. Quelli che hanno come unica preoccupazione quella di trovare il centro commerciale aperto la domenica pomeriggio che dia da mangiare a gratisse, li invidio proprio tanto. Scambierei la mia testa con la loro ma all'istante proprio. Sarebbe tutto più semplice, facile, monotono, lineare e tranquillo.

Vuoi mettere?? Avere un'esistenza piena è vero che ti permette di vivere emozioni profonde, nel bene e nel male, ma a quale prezzo?
Io, sinceramente, ne ho un pò i gabbasisi pieni.
Voglio-una-vita-normale. NORMALE
Casa, lavoro, fidanzato che sta con me come in tutte le storie normali e che magari (esageriamo) ogni paio di mesi un "ti amo" per sbaglio gli possa anche scappare, cane, gatto, pappagallo, divano, tv, copertina, coccole, passeggiate, cinema, pizza, birra, libro, letto con il fidanzato di cui sopra. 

Che senso ha aver viaggiato sempre sopra a tutti, lottando, credendo, desiderando, non scendendo mai a compromessi, evitando la mediocrità come un male brutto, se poi non sono nemmeno capace di dire un NO e un NON SONO FELICE, FORSE E' MEGLIO LASCIAR PERDERE?

Pessima. In questo periodo sono veramente pessima.

Per fortuna esistono i miei colleghi, più che tali Amici direi, il mio salvagente emotivo senza il quale, adesso come adesso, proprio sono saprei come fare.
Son miracoli anche questi.
Grazie Amici miei.
So damn ugly, so damn cute
So well-trained, so animal
So need your love, so fuck you all

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