Pensieri sparsi
[on the air: buon viaggio - cesarello]
Coraggio
Mannaggia che peccato! Spero sia solo un momento, una fase, perchè trascurare il blob proprio mi spiace, ma fatico a ritagliare spazi di tranquillità per poterlo fare! E mi spiace pure perchè scrivere mi fa stare bene, mi aiuta, mi fa riflettere e sentire meglio... Ma sto vivendo giornate pazzesche, più che incasinate direi ingarbugliate. E arrivo a sera che ho solo il desiderio di buttarmi nel lettone il più presto possibile! Vita morigerata, come nemmeno quando ero atleta semi-professionista. Ma se così non facessi, farei il triplo della fatica a stare dietro a tutto. Invece in questo modo, tutto sommato, a parte le chiappe a forma di hub aeroportuale, devo dire che sono soddisfatta di quello che sto facendo. Bene.
L'ho scritto diverse volte, in differenti circostanze, per vari motivi ma alla fine è una delle cose che ho imparato a fare di cui vado più orgogliosa: incassare - o per lo meno, far credere di averlo fatto - sedermi sulla famosa riva del famoso fiume ed aspettare. Anche i cadaveri - o presunti tali - più impensabili, alla fine passano. Sempre. Io magari nel frattempo mi ero pure dimenticata di loro e di quello che era successo. Ma sono comunque rimasta li, fiduciosa. Per alcuni, alla fine, ho quasi provato pena. Per altri, il mio sederino santo ha riso per mesi interi alla loro vista. Quest'ultimo, roba fresca fresca, è quello che mi ha dato più soddisfazione. Perchè non si sa davvero mai come vanno a finire le cose. Ma proprio mai. Stavolta ti guardo io dall'alto in basso. Faccio io l'acida, quella offesa mortalmente che se ne sbatte di quello che c'era stato prima. E me la rido, ma di gusto anche.
Il trauma da funerale non l'ho ancora superato. No, non ci siamo. Vero che l'ultimo saluto a Pippo è stato devastante, ma il male al cuore che mi fa ogni cerimonia, nessun'altra situazione riesce a provocarmelo. C'era la stessa fiumana di persone che erano corse per Cicciuzzo. Se le persone a me care hanno sofferto solo un pezzo rispetto a quanto abbia fatto io nel vedere i miei amici stare così male, allora capisco quando mi guardavate sconvolti. Adesso lo capisco. L'ho provato sulla mia pelle il senso di impotenza verso il dolore altrui. Una cosa però mi ha colpita: Vero che sicuramente questo è tipico della piccola comunità, ma i miei concittadini quando c'è da far sentire il calore umano, quando c'è da esserci - italiano orribile, ma rende - non mancano mai. C'eravamo tutti o quasi. C'erano tutti i miei bimbi dell'oratorio feriale, quelli a cui dicevo le parolacce al megafono, a cui sputavo addosso i semi neri dell'anguria, quelli del "rauss! menare!" c'eravamo tutti per il Pippo. C'era anche la Nonna Carla. Che ha consolato me. Donna meravigliosa che incontro sempre nel momento in cui ho più bisogno di un suo abbraccio.
Sono stati due anni e mezzo abbondanti non difficili, di più. Mi sono chiesta spesso il perchè, il motivo di una situazione così faticosa e complessa (ma stavolta non si parla di me, per fortuna...), sono stata arrabbiata, molto arrabbiata, direi incazzata come una faina - ecco questo si, rende l'idea - ma anche sfiduciata, delusa e assolutamente confusa; ho sperato che tutto finisse. Ma qualcosa dentro, mi ci teneva legata con una forza che andava oltre i miei pensieri e la mia volontà. "E' un'opportunità di crescita. Si dai, prendila così" mi ripetevo. E' stata molto più di questo. Quanto sono cresciuta, quanto sono cambiata è da vedere - vestiti con la gonna a parte ehehe - chi mi conosce bene non può non notarlo. Ma quanto sono cambiata io, me, medesima, dentro, io lo so e sono felice. Di una felicità matura. Inizio ora a cogliere i frutti di questo cammino così ripido e tortuoso. Ma sono così buoni, dolci e incredibilmente belli che - è follia pura ma è così - se dovessi rifare tutto, non cambierei assolutamente nulla, lacrime - fiumi - comprese. Non sono arrivata da nessuna parte. Di sicuro ho scoperto - nel vero senso della parola - la Donna che c'è in me. E quanto mi piace, tra l'altro. E tutto ciò grazie ad una sola persona. Una grande persona. In tutti i sensi. [e per quanta strada ancora c'è da fare... amerai il finale...]
Adoro la primavera. Mi fa impazzire con i suoi colori, i suoi profumi pazzeschi, la luce viva che ti penetra nelle ossa... ma odio. ODIO. o-d-i-o il cambio dell'ora. In questi giorni ho la vitalità di un cane morto. Due occhiaie che mi sembrano i cerchioni del 127 di mio Papà. Un umorino affabile come un serpente a sonagli. Sarà così almeno fino a metà aprile. Prima non se ne parla di capire che le 6 sono in realtà le 7 e che se mi alzo a fare la pippi alle 5 e non dormo più, vuol, dire che sono sveglia dalle 4. Vedasi stanotte. Son cose.
Si sa no che c'ho la testa di marmo vero? Bhè, anche questa l'abbiamo messa via: catella 1 vs wordpress 0. Tiè programma dei miei gabbasisi che mi ha tirato scema per mesi interi. Mi hai sfidato? E io ti ho imparato pure a fare il sito internet. Babba bia... dopo avere iniziato ad usarlo, blogger mi pare una roba da interdetti multimediali. Cheffigata, che mondo nuovo e quante cose interessanti sto imparando! Quindi, per non farmi mancare niente, mi son messa pure a fare questa cosa. Ma mi piace, mi piace un sacco! E soprattutto la soddisfazione di avercela fatta da sola mi fa scendere il rivolino di bava tipo la Brenda quando vede il biscotto.
Ma quanto è bella la nuova canzone del Cesarello? Checcarina... Non ne sbaglia una. Inizio a mettere via i soldini per il prossimo concerto... Share the love!
Coraggio
lasciare tutto indietro e andare
Partire per ricominciare
Che se ci pensi
Partire per ricominciare
Che se ci pensi
siamo solo di passaggio
E per quanta strada
E per quanta strada
ancora c'è da fare
Amerai il finale
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Amerai il finale
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