Undici

02 Agosto 2004
02 Agosto 2015

Quanto tempo Papà. Quello che mi impressiona sempre moltissimo, è la nitidezza delle emozioni legate a questa data. Dopo undici pazzeschi anni, ancora precise, definite, anche nei minimi particolari. Il tuo ricordo, il tuo ultimo giorno con me. Sono tutti stampati a fuoco. 
Passano gli anni e quello che mi sconvolge sempre, ma veramente tanto, è quanto tu mi abbia segnata, di quanto il tuo essere mi sia entrato dentro molto più di quanto credessi, molto più di quanto io volessi e nonostante tutti i tentativi di tenerti lontano da me, dalle mie cose, dalle mie esperienze, dalla mia vita. Il tuo, non era il "modo" di volermi bene che mi aspettassi da te e solo dopo, moltissimo tempo dopo, ho capito che non per questo tu non me ne volessi. Anzi.
Credo che con il tuo esempio mi abbia insegnato, al di la di tutto, il profondo rispetto nei confronti delle persone e di quello che a loro modo sono in grado di dare al prossimo. Che non necessariamente deve essere sempre quello che noi ci aspettiamo. Che io mi aspettavo. Se avessi avuto più tempo, se ci fossi arrivata prima, magari ti avrei apprezzato di più. Ma di sicuro l'impronta che hai lasciato nel mio modo di essere, è il segno indelebile di questo percorso. Tutte cose che sai già ed a cui probabilmente stai assistendo con un sorriso; alcune che ti renderebbero orgoglioso - conoscendoti, con la figlia assessore, del nostro amatissimo paese chi ti teneva più... - altre magari meno... Ma ti direi una bugia se non ti dicessi che, negli anni più difficili, il mio unico pensiero era "non vorrò mai diventare come lui". Ed invece... Meno male che tu, Dio o chiunque sia, non mi avete ascoltata. Riposa in pace Papà, io ci credo che tu adesso in pace lo sei davvero. Spiaciuto di non essere più qui a fare casino, ma di sicuro sereno. Lo sento e ci credo tanto.

Bacio grande.

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