5 tibetani
[on the air: against all odds (take a look at me now) - p. collins]
Un giorno, stavo parlando amabilmente - giuro, era davvero amabile la conversazione! - con mia cognata e, tra le cose che mi raccontava, ad un certo punto mi tira fuori queste tre paroline 'i cinque tibetani'. La cosa mi scivola addosso che è una bellezza. Qualche giorno dopo, a scoppio ritardato come sempre, penso... Ma cos'è che mi ha detto? I cinque cosa? Cià, amico gugol, dimmi se l'è cusè.
USTI. Ero certa fosse qualcosa di particolare e di cui ne valesse la pena, perchè lei raramente fa o dice cose di cui non è convinta o che non ritiene carine. (è un complimento, è).
Mi metto li e leggo... E penso: va bene che il primo anno di stop dall'attività agonistica mi è andato di lusso, mi sono mantenuta un peso forma decente, ho fatto qualche sacrificio ma neanche più di tanto, non ho sbragato e mi sono voluta bene... Però... Alla fine... Cosa mi costa. Venti minuti alla mattina... Conoscendo la mia reattività appena sveglia e l'affabilità da serpente a sonagli, mi son detta, dai proviamo. SI-PUO'-FAAAAAAAAAAAAAAAAARE!
Poi guardo il video degli esercizi e mi dico che la preparazione atletica della Pasqui, a confronto, era l'inferno dantesco. Cosa vuoi che siano 21 ripetizioni per ogni esercizio? Daje.
Prima mattina:
Primo rito: "Il primo rito ha lo scopo di accelerare la velocità dei vortici. Stare in piedi eretto e allargare le braccia in modo da portarle orizzontali al pavimento, estendendo tutte e cinque le dita nello spazio."
Si si. Me ne sono accorta dei vortici. Minchia se li accelera! Mi girava la testa che manco alla festa anni 70 quando mi sono addormentata sotto alla macchina nel parcheggio... Iniziamo bene. Dieci minuti per riprendere il senno.
Secondo rito: "Sdraiarsi a terra supini (con la faccia in su) possibilmente su un tappeto. Distendere completamente le braccia lungo i fianchi e appoggiare i palmi delle mani sul pavimento, tenendo le dita unite. Sollevare il capo da terra piegando il mento sul petto e contemporaneamente sollevare le gambe in posizione verticale, tenendo le ginocchia tese e il bacino possibilmente a terra."
Aaaaaaaaaaah qui mi piace vincere facile. Gli addominali. Ne avrò fatti milioni in vita mia. Si ma non così! Dolori al collo per tre giorni, sembrava mi avessero impalata partendo dalla nuca. Male anche a ridere. Non vi dico a fare i bisognini (!)
Terzo rito: Inginocchiarsi sul pavimento con il corpo diritto e le mani appoggiate sui muscoli posteriori delle cosce. Il dorso dei piedi è sollevato da terra, flettendo le dita dei piedi e appoggiandole a terra. Facendo così si evita di inarcare la schiena all’altezza della regione lombare, punto debole e a rischio per la maggior parte di noi. Inoltre tendendo i muscoli dei glutei, si evita di indebolire la regione lombare. Inclinare in avanti il capo e il collo ripiegando il mento sul petto. Piegandosi all’indietro, inclinare dolcemente il capo, inarcando la spina dorsale.
Ah questo lo adoro. Fatica zero. Se non che i primi due giorni avevo la cervicale sparata fuori come i pistoni dal cofano quando grippi la macchina. Fantastico.
Quarto rito: Sedere a terra con le gambe distese divaricate di circa 30 centimetri . Appoggiare i palmi delle mani sul pavimento di fianco ai glutei mantenendo il busto eretto. Piegare il mento in avanti sul petto il più possibile, sollevare il corpo da terra piegando le ginocchia, mantenendo le braccia tese e tendendo ogni muscolo del corpo. Si deve in pratica formare un ponte, con il busto che rimane parallelo al pavimento mentre le braccia e la parte inferiore delle gambe formano una linea verticale.
AHAHHAHAHAHAHAH. Formare un ponte? Se vuoi con i lego ciccio. Non scherziamo. Con la mia schiena non tocco nemmeno le punte dei piedi... Fatica, sbattimento e sudorazione per arrivare a 10 misere ripetute che manco dopo 3 ore di uno contro uno a tutto campo. Volevo morire.
Quinto e ultimo tibetano: Rivolti verso il pavimento, poggiare le mani sul pavimento con le braccia tese, flettendo le dita dei piedi. Tenere sia le mani che i piedi a una distanza di 60 cm . Si inizia con le braccia perpendicolari al pavimento inarcando la schiena. I glutei devono contrarsi, per ovviare alla debolezza del tratto inferiore della colonna vertebrale. Piegare lentamente la testa indietro il più possibile, poi sollevare e piegare il corpo all’altezza dei fianchi formando una V capovolta, contemporaneamente ripiegare il mento sul petto.
Tre giorni per riuscire a farlo correttamente. E per respirare come dice l'esercizio. Son soddisfazioni.
Mi sono sentita tanto come alle lezioni di educazione fisica alle superiori, in cui tutte precisine con le tutine e le scarpine da ginnastica a preparare i balletti ed io con le reebok da basket 44 emmezzo che quasi non ci passavano nelle spalliere.
A parte questa partenza un pò... Come dire... Ecco, ormai sono diverse settimane che ogni santissima mattina mi sparo gli esercizi da brava donnina che si applica. Prime sensazioni: effettivamente di giorno sto bene, molto. Dormo come un pupo coi pugnetti chiusi, mi incazzo un pò meno e soprattutto riesco a dimensionare il giramento di balle - già per questo, l'inventore dei cinque riti, santo subito - mal di schiena zero, appetito meravigliosamente diminuito e controllato, pancino-braccia-cosce assolutamente più tonici, serenità di fondo, dolori del patello (di solito atroci) azzerati.
Qui c'è un articolo molto interessante, in cui vengono spiegati gli esercizi (bene, non alla carlona come ho fatto io) ed i relativi benefici. Sia mai che... Diventi una personcina a modo.
In ogni caso, ci riaggiorniamo tra qualche mese. A questo punto, sono diventata davvero curiosa e comunque tra un pò la bici dovrò abbandonarla... Il corso di pilates costa troppo... Meglio sgambettare in veranda come Barbara Bouchet, in pigiama e davanti al pappagallo (che per fortuna mia non parla...) alla mattina presto.
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