Il mio Expo


Me & Socio
Per una serie di motivi che non sto a raccontare - ma non per scelta mia, comunque - ho ritardato tantissimo, sicuramente troppo, per andare a visitare Expo.
Mi sono giocata la possibilità di visitare i padiglioni e di gustarmelo con un pò di relativa tranquillità, detto da me, che odio i posti affollati ed incasinati.
Però la curiosità era troppa, in qualche modo volevo andare più che a vederlo a vivere la sua atmosfera per qualche ora.
Grazie al Socio, che con me ha sempre una pazienza infinita, ci siamo andati di venerdì sera, belli e pacifici verso le 19.30. Code all'ingresso zero. Ma zero. Ci ho messo 3 minuti (il tempo di infilare tutto nel metal detector) ad entrarci. Non male, rispetto alle foto che vedo circolare...
Poi entri, metti piede in questo posto immenso - un pò l'effetto che l'oceano fa su una di Cantello... - e li ti senti catapultato in un altro spazio, come se tutto il mondo fosse concentrato esattamente lì. 
Gente di tutti i tipi, etnie, accenti; colori, odori, profumi; gente che ride, che si è persa, che corre, che guarda, che se la gode, che riposa, che vive. Tutto lì, tutto contemporaneamente. Sono stata una fugace spettatrice; sicuramente viverlo dall'interno mi sarebbe piaciuto di più, ma quella serata mi è bastata per respirarlo. Ho trovato terrificanti - aggiungerei la faccina di uozzappe quella con le due manine vicine alla faccia gialla e blu - le bancarelle in mezzo al decumano con la frutta di plastica e gli animali - maiali - finti. Ecco quella l'ho trovata una caduta di stile proprio brutta.
E' una festa, una cosa che vedi una volta sola nella vita, un evento. Trovo le critiche mossagli contro assolutamente eccessive. Certo, non entri ad Expo e ne esci consapevole dei problemi nutrizionali del pianeta, dai, non prendiamoci per il culo. Quello, casomai, deve partire da te stesso, non credo che serva l'esposizione universale per fartelo capire. Per sensibilizzare chi decide cosa farci mangiare - se avvelenato o no, se riciclato o no, se contaminato o no, se far magiare tutti o no - invece credo che possa funzionare un minimo. Della serie, piutost che nagòt l'è mei piutost.
In ogni caso, come sempre col Socio, mi sono divertita da matti. E l'albero della vita, vuoi una tamarrata, vuoi che c'entri poco col messaggio di cui sopra, a me ha fatto venire la pelle d'oca. Potente e geniale.
Quello che mi ha lasciato nel cuore Expo è che l'uomo, a volte e se ne ha voglia, è capace davvero di creare qualcosa di meraviglioso. I padiglioni, sono costruzioni architettoniche strepitose, uno più bello e fico dell'altro. 
Ho scelto di farci proprio un salto, ma se potessi ci tornerei ogni sera.
Delle polemiche e delle critiche fini a se stesse me ne frego.
E' una cosa bella e me la sono regalata.
Potrò raccontarlo alla mia vicina di letto alla casa di riposo, prima di mettere la dentiera nel bicchiere, assieme a quelle altre due o tre cosette che mi son capitate nella vita.

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