(Avanzi) di vita vissuta
[on the air: ... e così viene Natale - adelmo e i suoi sorapis]
E ma adesso basta. Basta sul serio.
Per tutti i primi 40 anni sono stata il caricabatterie portatile della vita di tutti quanti. Mo basta.
"Sei la mia forza"... "Sei la mia fonte di energia"... "Sei la persona che mi da il coraggio di affrontare le cose"...
Già.
Lo sono stata, adesso la pacchia (per gli altri) è finita.
Essere sempre a disposizione di tutti mi ha lasciato in dote due splendidi regali: Non essere stata la scelta di nessuno, per lo meno in passato, e l'essere arrivata a questo punto, sfinita e completamente priva di energie, anche e soprattutto per me stessa.
Però, una consapevolezza l'ho fatta mia, (della serie, anche da questo delirio un insegnamento l'abbiamo portato a casa), ovvero che io me stessa medesima, gli avanzi della vita degli altri non li voglio più nè vedere, nè sentire, nè accettare, nè subire. Non mi fate un favore. Nemmeno piacere. Ed è FOLLIA anche solo immaginare che possa essere una cosa positiva per me.
Così come NON ESISTE che mi si faccia sentire come una privilegiata, quando si tratta del tempo avanzato che mi viene gentilmente offerto dal prossimo.
A parte quanto sia sgradevole arrivare ad affermare un principio del genere, ma al di la di tutte le difficoltà che inevitabilmente persone adulte a causa del loro vissuto posso portarsi appresso - magari con un pò di presunzione - non credo proprio di meritarmi tutto questo.
Non sono una missionaria. Non sono una volontaria del telefono amico. Nemmeno un'assistente sociale. Tanto meno una che spende la propria vita per gli altri; allora facevo la suora (e ciò avrebbe avuto i suoi vantaggi, tipo non doversi depilare, per esempio). Non sono nemmeno una che a tutti i costi deve pagare per le scelte che uno ha fatto nella propria vita.
Sono comprensiva, a volte oltre il lecito, mi adeguo, sopporto e condivido fatiche e dolori. Ma io esisto, esistono le mie esigenze, la mia voglia di stabilità e serenità che, purtroppo o per fortuna, non possono più essere legate alla presenza di questa o quella persona. Tutto ciò che viene in più è un regalo, un dono. Ma la roccia devo essere io. Io per me stessa, non per gli altri.
Penso che, a questo punto della mia vita, sia arrivato il momento di invertire la rotta: voglio (e uso di proposito questa parola forte) essere anche io tra quelli che ricevono tanto. E smettere di essere tra i - poveretti - che si donano sempre, in maniera incondizionata.
Non ne ho più e non voglio più averne.
Forse era questo, il cambiamento epocale di cui tutti quanti astrologicamente parlando affermavano. Ed effettivamente, lo è.
Almeno per me.
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