Non ne sono capace

... Forse perchè di quasi tutte le proprietà matematiche elencate non ne ricordo manco una...
In matematica sono sempre stata un'incapace.
... Forse è per quello...

di Michela Marzano

È il 30 dicembre. Ci risiamo. Ancora poche ore, e poi si parte per un nuovo anno. E allora è difficile evitare di mettersi lì e di fare la lista di tutto quello che si è fatto e di tutto quello che non si è fatto, di tutto quello che si sarebbe voluto fare e di tutto quello che ci si era impegnati a non fare più. È il momento dei bilanci e della resa dei conti, delle recriminazioni e dell’insoddisfazione. Quanto amore ti ho dato? Quanto ne ho ricevuto? Chi ha vinto questa volta la partita? 

Addiziono e moltiplico anche io. Ancora una volta è più forte di me, e non riesco a non farlo. Incolonnando i numeri l’uno sotto l’altro, in fila, per non fare errori con il riporto. Mentre ripasso mentalmente la proprietà associativa e quella distributiva, proprio come facevo da bambina. E quella commutativa? Ah sì, certo, c’è pure quella! Bene. Ora posso continuare. Peccato che non appena arrivino le sottrazionitutto diventi più complicato.


Vale anche qui la proprietà invariantiva? Ma come si fa a sottrarre la tenerezza e la pazienza? Come faccio a calcolare il «resto» se ogni anno è sempre la stessa storia e lui si dimentica almeno un terzo delle cose che gli chiedo? «Ma sei diventata matta?» mi chiede l’uomo che amo, mentre gli spiego che quest’anno non ci siamo, i conti non tornano proprio, ancora peggio dell’anno prima. «Non sei tu a dire sempre che i conti con la vita e con l’amore non tornano mai?».

E allora mi fermo e gli sorrido. E prima di ribattere indispettita che, anche se i conti con l’amore non tornano mai, ci deve almeno essere un «resto positivo» conto fino a tre, respiro forte forte, lo fisso. E mi perdo come sempre nel suo sguardo verde, quegli occhi buoni che continuano ad accarezzarmi sempre, anche quando vorrebbero ribellarsi alla rompiballe che sono. 

In fondo, ha ragione lui. Che cosa mi prende? Che può mai voler dire addizionare e sottrarre in amore? Che senso può avere la liste delle cose fatte o non fatte, promesse o dimenticate, sperate o volute? Nessuno. Non ha senso ed è inutile. Almeno tanto quanto è privo di senso passare il tempo a chiedersi cosa sarebbe potuto succedere se si fosse nati in un’altra famiglia o in un’altra parte del mondo. 

L’amore non c’entra niente con quello che si fa o che non si fa, si dice o non si dice. L’amore è tutto, certo. Ma in quel «tutto» non ci sono azioni e parole giuste o sbagliate da elencare, sommare o sottrarre. In quel «tutto» c’è la libertà di essere come si è, anche se non si è mai esattamente come l’altro vorrebbe che noi fossimo. In quel «tutto» c’è la libertà di «fare» e di «non fare», di «dire» e di «non dire». Proprio perché nessuno fa i conti o calcola il «resto». 

Quando si ama, il «resto» c’è sempre. Anche semplicemente perché resta tutto quello che si è condiviso e con-vissuto, rifiutato o cercato insieme. Attraversando insieme il vuoto dell’esistenza che ci si porta dentro. Allora facciamolo pure questo bilancio. Ma «con» l’altra persona e non «contro» di lei. Per iniziare un nuovo anno, e farlo ancora una volta insieme. [www.vanityfair.it]

Commenti

Anonimo ha detto…
Ti auguro un nuovo anno ricco di addizioni

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