Limiti
[on the air: merdman - lucio dalla]
Due (di numero) cose le ho imparate:
Uno
Che nella relazione tra due persone, ci sono dei limiti.
Limiti di varie tipologie - emotivi, di spazio, di dolore - ma che vanno rispettati. Devono essere rispettati.
Due
Ci sono momenti e momenti per fare le cose, per litigare, per rinfacciare, per sparire dalla vita degli altri o per ripresentarsi. In alcuni periodi della vita e del percorso delle persone, è meglio non fare cazzate. O almeno cercare di evitarle.
Entrambe le questioni, hanno in comune un aspetto molto importante: tornare indietro, cercare di recuperare, far finta - peggio - che nulla sia successo diventa un vero casino. In alcuni casi impossibile. In tutti - i casi - i solchi che restano sono profondi come voragini. Ed ora che riesci a riempirle tutte di nuovo...
Fosse facile... Probabilmente mi sarei evitata 41 anni di incazzature varie e di ritorni col capo incenerito (ebbene si, quando conta e quando serve, l'ho sempre fatto) che mi sono costate più del mutuo della casa.
Spesso mi è capitato di spingermi oltre e di accorgermi dell'irrimediabilità dello sconfinamento troppo tardi... Ma altrettanto spesso - o forse più consapevolmente - mi ci sono spinta di proposito. Un pò perché non sapevo più come uscirne, un pò perchè volevo uscirne e un pò perchè alcune volte, per dare delle svolte importanti a dei rapporti, non avevo avuto scelta.
Ciò che accomuna tutto questo è una parola sola: dolore. Anzi due: dolore e sofferenza.
E' risaputo e riconosciuto il mio carattere di merda; ormai attribuiranno anche a questo l'I.G.P. - asparago di Ca(n)tella e relativo carattere di merda IGP del ridente paesino dalle (grosse) origini falliche - ma alcune dinamiche relazionali che mio malgrado sono chiamata ad affrontare, hanno spazzato via i miei punti di riferimento senza i quali mi sento completamente persa. Alla deriva emotiva più totale.
E come nelle migliori tradizioni del passato (ecco, qui c'è ancora molto da lavorare...) invece di aspettare, stare buona, far decantare, inizio a sbattermi. E più mi sbatto e più vado a fondo. E più vado a fondo e cerco disperatamente di aggrapparmi a qualsiasi appiglio per risalire e più scivolo verso il basso oltre quel famoso limite che mi immagino sempre come quell'odiosa linea del tipo "giù i palloni, riga di fondo" che faceva partire le peggio bestemmie che abbia mai sentito pronunciare da madri di famiglia.
Il problema è che tutto questo agitarsi è come la schiuma della coca cola: mostra la tua parte peggiore; la più bella resta sul fondo, proprio come la coca. Ma in superficie si vede solo quella robaccia marrone color cacca post sambuca.
Ed è esattamente ciò che sono io adesso.
E' che temo di aver sfondato tutto lo sfondabile.
Non sono riuscita a fermarmi o comunque pensavo che i danni recati al mio malandato cuore fossero un pò meno profondi ed evidenti.
Ed invece ieri, stanotte, stamattina, mi si sono mostrati in tutto il loro splendore.
Mi hanno fatto paura. Come ogni volta in cui ci si guarda dentro.
E quello che vedi raramente ti piace.
Mi hanno fatto paura per quello che sono diventata, che sono stata capace di fare, per come mi fanno sentire.
Non mi ci sono spinta di proposito.
Speravo di essere un pò più indietro. Diciamo ad altezza linea dell'ultimo posto per il tiro libero.
Ed invece credo di essermi già bell'e che spetasciata contro la vetrata (che per fortuna è antisfondamento).
E meno male che mi lasciavo dietro un anno difficile per trovarne uno ricco di serenità e soddisfazioni...
La prima, manco mi ricordo come si sta ad avercela addosso...
Poi uno non ci deve rimanere male.
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