After 40

[on the air: per sempre - nina zilli]
L'ho già detto?
Si l'ho già detto.
Adoro i post di questo sito.
E mi piace un sacco condividerne dei passaggi perchè mi ci ritrovo in pieno.
Belli e terapeutici.

Titolo dell'articolo di turno: 

AH AH AH.

Comunque, io non mi sono mai sentita a mio agio in un'età della mia vita, come in questa.
Sono felicissima dei miei 41 anni quasi 42, ci sto benone e sono proprio contenta di averli e di esserci arrivata.
Ieri leggevo l'intervista alla povera Nina Zilli - che non mi dispiace affatto... Anzi... La sua "Per sempre" è una delle mie canzoni preferite - sfanculata senza appello dal suo ex Neffa - che mi sa di uno che puzza di sigaretta, un pò vuncio con le crosticine gialle negli occhi, la barba unta e i vestiti che sanno di armadio chiuso con la naftalina nelle tasche dei cappotti - che esordiva con questa frasona: "[…] Spesso sbaglio. Salto su tutti i treni che passano, senza sapere dove sto andando. Mi è capitato di dovermi buttare giù, scendere mentre ero ancora in corsa".
Grande Nina. Non avrei saputo spiegare meglio l'andazzo dei miei primi 41 anni.
Già averne la consapevolezza, credo sia una grande cosa. Ma è stato così davvero. Sono sempre salita. Senza domande, senza nemmeno chiedermi se fosse un diretto - in fronte - un locale, un regionale, un fracciarossa, uno di quelli diesel monovagone che girano per la Puglia, senza leggere la destinazione sul biglietto; e questo se per certi versi mi ha regalato emozioni, storie e persone fantastiche che non rinnego, nemmeno una, per avermi resa la Donna che sono, da un altro punto di vista è stato faticoso prima e maledettamente complicato dopo. Anche se le emozioni che ci sono state durante valevano da sole il prezzo del biglietto.
Ma questa ero e far diversamente avrebbe significato violentare il mio essere più puro.
Detto questo, nelle considerazioni della tizia che ha scritto questo articolo, mi ci ritrovo perfettamente e ne vado anche un (bel pò) fiera. Perchè significa che sono cresciuta, che ho accettato la marea di cambiamenti che la vita mi ha imposto in questi ultimi anni, e perchè sono io stessa stupita di essere stata in grado di compiere un percorso così bello e sicuramente difficile.

"La crescita psicologica di una donna durante la maturità rappresenta una vera e propria celebrazione della sua anatomia, della sua chimica, del suo riso. È proprio a quest’età, infatti, che si libera e fuoriesce la “dea” che è in noi.

È a quest’età che si comincia a recuperare il senso delle proprie esigenze, è a quest’età che la donna fa un passo avanti imparando ad essere la protagonista della sua vita e delle sue percezioni.

Tuttavia, questa fase fatta di crescita e cambiamenti non è sempre tutto rosa e fiori. Il bivio che si presenta dinanzi alla donna la porta a provare l’irrefrenabile necessità di compiere tutti i suoi sogni e desideri, andando a scontrarsi di colpo con tutte quelle aspettative sociali che fino ad ora l’avevano trattenuta.
Superati i 40 anni, la donna non si trasforma in una mappa misteriosa che nasconde indovinelli indecifrabili, bensì impersona la determinazione di chi sa farsi valere, rivendicando sé stessa in ogni aspetto della vita.

Rispetto e fiducia
Si tratta di due pilastri fondamentali che potrebbero entrare in conflitto con alcune imposizioni culturali alle quali le donne si sono ormai abituate, rassegnate. Questo è il meraviglioso momento in cui la luce potrà tornare ad accendersi con intensità maggiore, favorendo il ripresentarsi di valori che non avrebbero mai dovuto essere spezzati.

Le carezze, i baci e le attenzioni sono un fedele riflesso della permanenza e dell’interesse, entrambi elementi a cui in questo momento si attribuisce grande valore.

Il corpo fa parte di un percorso che conduce al senso e alla libertà, ed è per questo che al corpo femminile della donna matura viene attribuito il periodo della biologia e della liberazione, concetto che porta ad una perpetua rivoluzione della concettualizzazione della donna stessa.

Questo avviene perché nella nostra cultura e in gran parte della nostra biologia, la sessualità è intimamente legata all’immagine corporale e all’autostima. In questo modo, il fatto di sentirsi attraente non è determinato dall’apparenza, bensì dal lavoro che ciascuna esegue su di sé.

Amici, hobby, studio, lavoro… Il desiderio di godersi e vivere a pieno tutto quello che la vita porta con sé diventa una necessità di base ed ineludibile a quest’età.
Provare qualcosa in più dell’amore: la complicità

La complicità si basa sul sostegno costante, delicato e reciproco fra due persone. Questa sensazione va al di là dell’amore e delle carezze, rappresenta una connessione più profonda che trascende il contatto intimo o amoroso.

Infine, durante questa nuova fase, ciascuna donna tende a decidere per se stessa, mostrandosi nella sua femminilità e personalità come in un insieme di doni, carenze, impressioni, orientamenti e desideri." [fonte: http://lamenteemeravigliosa.it/]

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