Dario

Era uno dei rarissimi giorni dell'estate scorsa in cui diluviava. Ma pioveva fortissimo, tanto da non lasciarci scendere dalla macchina. Io e il Socio come due pirla nel parcheggio uno fianco all'altra scrivendoci su whatsapp: Scendi! No Scendi tu! Allora spostiamoci!
Dovevo scendere per forza. Non volevo arrivare in ritardo ne tanto meno volevo accadesse per colpa della pioggia... Il problema è che per l'occasione mi ero pure vestita da signorina a modo... Diluvio e ballerine non sono mai state una grande idea; un pò come il gambaletto e la minigonna. Decisione drastica: ballerine in mano e attraversamento del parcheggio allagato a piedi nudi. Il Socio è abituato alle mie cagate... Un pò meno quelli dell'ufficio quando mi hanno vista arrivare con le scarpe in mano... Mi sono presentata esattamente così.
Ero un pò intimorita. Ne avevo sempre sentito parlare - quasi sempre bene - come di uno tosto. Molto. Poi sinceramente non mi ero preparata un grande discorso, ma avevo bene in mente quale fosse il mio obiettivo. In questo, sono da sempre molto brava. (sorvolando sui casini che ci ho sempre combinato nel durante... dettagli.)
Ci accompagnano nel suo ufficio e mi presento: stretta di mano di quelle che ti paralizzano il braccio, bella, decisa e franca. Come piace a me. Avevo capito da subito che a questo non serviva raccontargliela. Serviva essere trasparenti e andare dritti al punto. Ed anche questo, nel bene e soprattutto nel male, devo dire che mi viene bene. Un'altra cosa mi colpì: il collo della polo alzato. Io l'ho sempre interpretato come segno di uno che ci tiene. Ci tiene al particolare, a non essere banale. A me è un gesto che è sempre piaciuto un sacco. Tanto che anche io le porto nello stesso modo. Iniziamo a parlare e la cosa che mi stupisce è che mi ascolta. Mi ascolta sul serio. E' interessato e non lascia cadere nemmeno una parola. Adoro le persone che mi ascoltano; il fatto che a far tutto ciò fosse uno come lui che ben gliene poteva fregare meno di zero di quello che avessi da dirgli mi regalò immediatamente moltissima fiducia. L'idea che mi feci fu quella di un imprenditore "con i controcazzi" per usare un francesismo ma di un'umanità disarmante. Uno che valorizza qualsiasi cosa e chiunque. Generoso. Bastava assistere al modo in cui si rivolgeva ai suoi collaboratori. Occhi piantati nei miei per tutto il tempo in cui gli parlai. Immagini di voli, autogiro, foto di un bimbo sorridente. 
Non mi aspettavo granchè da quell'incontro. Invece ne uscii con tutto ciò di cui avevo bisogno ma soprattutto con il ricordo di un uomo davvero speciale. Che ti restava dentro.
La notizia dell'incidente di domenica mi ha lasciata impietrita.
Sono giorni che ci penso. Come sempre mi chiedo del perchè di un tale disegno per un'esistenza come la sua.
Mi è spiaciuto. Ma tantissimo.
Al di la della perdita umana e di affetti, una persona come questa poteva solo rendere tutto un pò migliore.
Anche se, e questo lo penso davvero, morire mentre si fa qualcosa che ci rende felici credo sia una delle morti più belle, almeno per chi ci lascia.
Alla fine l'ho visto una volta sola in tutta la mia vita. Eppure il suo ricordo resterà sempre con me.
Sono stata fortunata? Si, sicuro.
Buon viaggio Dario e grazie di tutto.

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