Orologi

[on the air: segnali di vita - francuzzo]


Gli orologi mi sono sempre piaciuti.
Però non sono una fan degli orologioni da migliaia di euro. Cioè mi piacciono, ma non divento matta. Mi deve piacere, si tratti anche del plasticone da 20 euro.
Ne ho parecchi, (cioè parecchi, almeno per la mia personale unità di misura), tipo una decina, più una quantità non precisata di swatch anni 90 disseminati un pò in giro.
Li ho indossati e comprati regolarmente fino al 25 aprile del 2009.
Poi mi sono rifiutata di metterli. Un vero e proprio rifiuto, si.
Non sono mai riuscita a dare nome e cognome a questa reazione psicologica. Ho pensato ad una cosa tipo: non voler indossare un oggetto che misurasse il trascorrere inesorabile del tempo era un chiaro segnale che non volessi che la mia vita andasse avanti senza mio fratello. Il non volere che il tempo, la vita, proseguissero ugualmente senza di lui. Che da quel momento in poi avrei solo misurato la quantità di tempo senza e non con. Che la mia vita - nonostante tutto - andava avanti lo stesso. Tutto scorre. Panta rei, come il tipo della scimmia.
Mi sono data queste spiegazioni. Giuste o sbagliate, ma tra le primissime sensazioni che ricordo dopo la morte di Cicciuzzo era proprio un fastidio profondissimo riguardo al fatto che tutto procedeva lo stesso. La mia vita compresa.
Poi, l'altro giorno, quindi solo (...) otto anni dopo, mi cade uno dei pochissimi orologi che ho salvato dall'abbandono - ma che a dire il vero portavo molto raramente - rompendosi miseramente.

Il famoso "segno".

Vado a recuperare il sacchetto tutto impolverato in cui li avevo nascosti con cura e li smonto, uno per uno, perchè ovviamente erano tutti fermi con la batteria morta. Compro le pile su Amazon e ieri, finalmente, sono riuscita a farli ripartire quasi tutti.
Me ne mancano tre o quattro ma, visto e considerato che io con un cacciavite in mano sono più pericolosa di mio fratello con la motosega, ho rimandato i vari tentativi di apertura della loro cassa a data da destinarsi.

Però ci sono.  Ci siamo.
Sono ripartiti.
Sono ripartita.

Ed è un passo importante, un'accettazione, un'elaborazione che sono riuscita a fare da sola, con le mie forze e di cui tutto sommato vado proprio fiera.

Sono le piccole conquiste, i piccoli passi, che ti portano poco per volta a grandi traguardi no?
Ecco.

Oggi ho iniziato con questo, un regalo di M. non mi ricordo in occasione di cosa, ma di sicuro uno di quelli cui sono più affezionata.


Il tempo cambia molte cose nella vita
il senso le amicizie le opinioni
che voglia di cambiare che c'è in me
si sente il bisogno di una propria evoluzione
sganciata dalle regole comuni
da questa falsa personalità

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