Considerazioni post-carriera
[on the air: l'estate addosso - lorenfo]
Se faccio bene i conti, questa è la terza stagione in cui non tocco palla.
Faccio altro, che sinceramente in questo momento mi piace molto e mi fa stare meglio, in attesa di coronare il sogno di andare a fare canottaggio assieme alla mia Sister Pasqui non appena concluderò tutti i miei impegni istituzionali.
I dolori post partita no, quelli sono sempre uguali. Mal di schiena lombare, dolori alle anche, insomma, un rottame. Ma fino a tre anni fa stavo così 200 giorni all'anno... Mica posso lamentarmi per qualche momento.
Comunque.
Quando il tuo corpo compie gli stessi movimenti, le stesse azioni, quando il tuo cervello (sempre ammesso di averne uno e comunque quella piccola parte funzionante...) ragiona, "vede", programma per tutto quel tempo, alla fine tutto diventa ovvio, scontato, un'abitudine.
Fino quando smetti. Appendi le scarpe al fatidico chiodo.
Ed improvvisamente ti rendi conto che movimenti che fino a poco tempo prima ti sembravano i più naturali del mondo diventano complicati, difficili, addirittura strani.
Ecco, li ti senti solo in un modo: un'incapace TOTALE.
Va bene, si tratta pur sempre del torneo dei rioni e quest'anno non ho avuto nemmeno tempo di allenarmi qualche volta prima di giocarlo... Ma in campo mi sento fuori posto. Smarrita. Tradotto in termine tecnico: un'impedita.
Vero che sono anche io de coccio a pensare di non toccare palla per anni ed aspettarmi di giocare come quando ero la Cuz # 12...
Ma è la sconnessione testa-corpo che mi ha colpita un sacco.
In realtà so cosa e come devo fare per - esempio banale - fare canestro... Ma non spadellavo così da... Mai. Da mai credo! Non sono mica abituata alla virgola, dopo il mio cognome... (Catozza vale come cognome, ad esempio).
E mi spiace un sacco non essere utile ai ragazzini del mio rione... Quello mi spiace più di ogni altra cosa.
Sensazione stranissima... Che non avrei mai pensato di provare!
Però giocare per il mio rione mi diverte sempre un casino.
E comunque una cosa è rimasta assolutamente intatta: l'incazzatura post sconfitta. Ci ho provato a dirmi "Ma si dai, è solo un torneo! Stasera non potevamo fare di più!" Ma niente da fare. Perdere mi fa salire la scimmia oggi, come nel 1986, come per tutte le sconfitte che ci sono state in mezzo.
Compresa la partita a minibasket contro Busto Arsizio, persa 151 a 4 con due tiri liberi e un canestro miei.
Per fortuna poi la mia carriera ha preso una piega diversa :)
In ogni caso, il Torneo dei Rioni di Cantello ha senso solo per una cosa: Birretta post partita con limoncello al sapore del detersivo dei piatti assieme agli amici di una vita, con cui sono cresciuta e con cui è sempre bellissimo condividere qualcosa, anche se solo per poche volte all'anno. 💓
#bravimasoprattuttobelli
#anoilarancionecipiace
#GOsangiuseppeGO
#💓
L'ESTATE E' LA LIBERTA'
NANANANANANAAAAA
UOOOOOOO
✌
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