XIV

Per cogliere davvero a fondo lo spirito Alpino, almeno una volta nella vita bisogna partecipare alla cerimonia di saluto di uno di loro. Di uno che è "andato avanti", come usa dire.

Il disegno della mia esistenza deve essere proprio curioso, perchè spessissimo accadono circostanze ed intrecci incredibili; mi trovo a vivere situazioni magari dolorose, magari inspiegabili che poi si rivelano, sempre.

Ieri ho salutato una persona per bene, un uomo che mi ha accolta sin da subito come "una di loro", che mi ha voluto bene e verso cui ho provato una stima ed un affetto grandi.

Una cerimonia sentita, bella, importante.
Un saluto, l'ultimo, come doveva essere.

La commozione ed il dispiacere erano palpabili, pesanti, negli occhi di tutti.

Io ieri ero lì, sciolta dal caldo, in chiesa, dinnanzi ad una cassa di legno con il cappello da Alpino appoggiato sopra, con i gagliardetti, la preghiera dell'Alpino, il cuscino di rose, il "Signore delle cime", le penne nere.

Tutto esattamente come quattordici anni fa. Nello stesso giorno.

Ho sempre pensato che a mio Papà avessero tributato la cerimonia che meritava. Che si era guadagnato sul campo.

I nostri cammini, che quattordici anni fa mi sembravano paralleli e ben (molto) distanti, con gli anni si sono intrecciati così tanto ed in maniera così prepotente e forte da arrivare a capire solo ora, cosa significhi avere il sangue verde che ti scorre nelle vene.

Ho finalmente colto in tutta la sua grandiosità il senso di appartenere alla grande famiglia Alpina.

Armando ne è stato un grande esempio e non gli sarò mai abbastanza riconoscente per avermi accolta come una figlia.

Abbiamo condiviso tanti momenti, chiacchiere, confronti, preoccupazioni, risate, polenta e cinghiale, prosecco. Tanto prosecco.

Ho solo il grande rimpianto di non averlo potuto rivedere ed abbracciare un'ultima volta.

Grazie Armando, grazie di tutto.
"Ciao grande Capogruppo" come mi piaceva salutarti le volte in cui ci incontravamo, dal vivo o sui social.

Fai buon viaggio.
Con stima, affetto e riconoscenza.

Salutami l'Angelo.

... ma ti preghiamo,
su nel Paradiso, su nel Paradiso,
lascialo andare per le tue montagne.

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