Robi


Ciao Robi

Tranquillo che non ho nessuna intenzione di scriverti parole di canonizzazione improvvisa: ne abbiamo sempre riso quando lo facevano gli altri e so bene che non avresti mai voluto una cosa simile per te.

Ognuna delle persone che ti ha incontrata nella sua vita conserverà il ricordo di ciò che sei stato per loro. Non serve certo che mi metta io, proprio adesso, a dire a chi ti ha voluto bene la persona che eri.

CHE ERI” che roba strana parlare di te al passato. Sabato scorso ti ho visto per l’ultima volta e pur tra mille sofferenze cercavi in ogni modo di farci capire che era dura, si, ma che c’eri e volevi restare. Che ci saremmo visti per ancora tanti altri “domani”.

Scrivo queste righe perché vorrei raccontare invece questi ultimi mesi, quello che sei stato, quello che ci hai insegnato, come vorrei che chi è qui con noi oggi si ricordi di te.

Robi ha iniziato ad avere i sintomi della malattia a Settembre, di ritorno da un Viaggio a Berna con tutti i fratelli e che resterà l’ultimo nostro viaggio tutti insieme. Da quel momento non ha avuto pace o quasi, anche se all’inizio sembrava che tutto si fosse risolto per il meglio. Poi la ricaduta in primavera ed i primi viaggi a Milano all’istituto tumori.

In tutto questo tempo, ti sei sottoposto a mille cure, hai sopportato ed affrontato di tutto. Dopo quella maledetta domenica di giugno hai iniziato a lottare, a combattere, ad attaccarti ad ogni pezzettino di vita che trovavi chissà dove.

Ogni giorno o quasi eravamo da te. Io fifona come al solito fuori nella sala d’aspetto, ad attendere che qualcuno mi dicesse come stavi, a cercare in qualsiasi parola dei medici la più piccola cosa che ci desse speranza e la Simo al tuo fianco, come nelle foto da piccoli in cui eravate sempre mano nella mano.

È stato un mese e mezzo pieno di speranza. Il buio non ha mai preso il sopravvento, nemmeno nei momenti più duri; E la cosa più bella è che il primo a darcela eri tu, che non mollavi mai, che ogni giorno pezzettino dopo pezzettino cercavi di riprendere a vivere. D’altronde che volevi uscire guarito da lì ce lo ripetevi spesso e chissà quante volte lo avrai pensato, nelle lunghissime notti passate da solo in ospedale.

Ecco, io vorrei tanto che tutti ti ricordassero come una persona che quando c’è stato da lottare per la vita ha messo tutto sé stesso. Con una dignità ed un coraggio meravigliosi. Così come in questi mesi di malattia da te non è arrivato mai un lamento, una parola negativa, uno scoramento. Nemmeno una volta. E di momenti duri ne hai passati davvero tanti.

Io continuerò a passeggiare nei nostri boschi perché so che li ci sarai sempre e magari qualche volta mi farai capire che ci sei.

Leggevo in questi giorni che “Il dolore ti rompe in mille pezzi e ti ricompone a suo piacimento, rendendoti una persona totalmente diversa da quella che eri.” Dopo quello che abbiamo vissuto grazie a te e con te, sono certa che le persone nuove che diventeremo saranno migliori.

Grazie a tutte le persone che ci sono state vicine in questi mesi, grazie agli amici di sempre, grazie per il bene che gli avete voluto, grazie anche a chi si è preso cura di te in queste ultime settimane e, soprattutto, grazie a te Simo.

Un fratello non lo scegli e con tutte le sue fragilità, difetti, sbagli, errori resta tuo fratello per sempre.

Beh Robi io sceglierei te per altre mille vite.

Fai buon viaggio.

Con tutto il mio affetto e la mia infinita gratitudine per quello che mi hai insegnato.

Sempre nel mio cuore Robi.

La tua sorellina Chia





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