Quindici
Come è difficile scrivere qualcosa per te oggi Mamma.
Tutto mi riesce faticoso, pesante, complicato e - appunto - difficile. Pure scrivere.
Un’altra parola mi ha fatto sempre compagnia in questi mesi: perché.
Dieci, mille, milioni di volte me lo sono chiesta. Perche queste prove tutte assieme, perché questo dolore immenso che spesso non ho saputo nemmeno dove mettere, perché a me, a te, a noi, perché così e una in particolare vinceva sempre su tutte: perché proprio adesso, perché con tutta questa violenza proprio ora in cui tu e la Simo non ci siete a darmi una carezza, ad asciugare le chiazze di lacrime che ormai lascio in giro come le scie delle lumache, ad ascoltarmi e darmi coraggio.
Questa me la sono ripetuta non so quante volte e di risposte ne ho avute poche.
Sto cercando di imparare a stare sola, per l’ennesima volta a ripartire, a dare valore al silenzio ed a me stessa: mi sono calpestata per anni in nome di non so bene cosa e per personaggi che tutto meritavano tranne che arrivassi a tanto per ottenere in cambio il loro affetto e la loro considerazione.
Lo so, ho capito, che tutto quello che mi è successo era necessario. Questo si.
Per aprire gli occhi e smettere di credere in cose che non esistevano se non nella mia testa.
Non lo so se potrò mai riassaporare il sapore, il gusto, il profumo della serenità di questa foto. Spesso la sogno nelle mie travagliate notti. Di sicuro c’è che ho improvvisamente capito quanto noi tre fossimo importanti e indispensabili l’una per le altre. E come la vostra mancanza mi faccia sentire terribilmente sola anche in mezzo a tante persone. Io ci provo nonostante tutto. Ma l’otto novembre è sempre un giorno che mi fa sanguinare il cuore.
Perdere una sorella è un dolore che somiglia molto a quello di una mamma. Ho imparato anche questo.
Vi voglio bene da sempre e per sempre.
Un bacino a tutte e due
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