Lettera a me stessa

[on the air: alaska baby - ce]

Beh considerando che non pensavo nemmeno di essere viva per questo Natale, mi sembra tutto sommato un buon risultato.

Ci sono arrivata portata anche un pò dagli eventi, devo ammettere; o dalla vita stessa che ti prende sottobraccio anche se non vuoi e cerchi in ogni modo di opporti.

Non ho riempito la mia vita di cose e di impegni per non guardare in faccia la brutalità e il dolore di ciò che mi è stato fatto e che mi è capitato: la sofferenza l'ho aspettata, l'ho guardata in faccia, l'ho affrontata e spesso sfidata nei durissimi silenzi di una vita improvvisamente svuotata. 

Quello che ho vissuto in questi mesi credo non lo possa capire - quasi - nessuno.

Forse chi ci è passato. Forse.

Anche quelle poche e coraggiosissime persone che non si sono voltate dall'altra parte e sono rimaste al mio fianco nonostante non avessi più niente da dire e da dare, dubito lo abbiano capito fino in fondo. Forse percepito. Ma che stessi male, a volte - anzi spesso - malissimo non l'ho più nascosto a nessuno.

Onestamente mi sono rotta i coglioni del ruolo di wonder woman a tutti i costi.

Ma come ogni esperienza dolorosa che si rispetti ho imparato un pò di cose, oltre ad essermi liberata di amicizie - con la a molto minuscola - prive di qualsiasi di forma di affetto sincero nei miei confronti. Spesso ho pensato a quanto schifo umano dovessi inconsapevolmente avere attorno e che la Simo deve avere sicuramente visto, per averlo spazzato via in quella maniera feroce e senza più ritorno.

Ho imparato, ad esempio, a non dare più alcun peso alle parole delle persone ma a fidarmi ed a giudicare solo ed esclusivamente il loro comportamento, soprattutto nei miei confronti. Soprattutto in questo ultimo anno. Non ho più alcuna intenzione di trattenere nessuno e di rincorrere ancora meno: per tutti e cinquanta gli anni sono stata il concime di tantissimi rapporti, tenuti in vita il più delle volte perchè avessi da dimostrare di meritarmi il loro affetto e non il contrario. Non ho chiuso la porta a nessuno: semplicemente ho smesso di fare ciò che gli altri si aspettavano da me. Non ho più tempo ne voglia per chiunque non abbia da dare e non resti al mio fianco perchè mi sceglie, non per convenienza o chissà cosa. 

Ho imparato ad essere coraggiosa, come quando a pochi giorni dallo sputtanamento in tutti i laghi e in tutti i luoghi, guardai negli occhi le persone e riuscii anche a sorridere, mentre dentro avevo il fuoco del dolore che piano piano mi stava divorando.

Ho imparato che esistono i sorrisi tristi, quelli che esistono solo sul viso ma che non hanno niente a che vedere con il cuore e l'anima: ma ci sono comunque stati.

Ho imparato a smetterla di affrontare la vita con la sindrome del golden retriever per cui tutti sono amici, tutti mi vogliono bene, tutti sono sinceri, tutti sono amici del cuore, nessuno mi farà del male solo perchè io affronto la vita ed i rapporti così.

Ho imparato a smetterla di credere a tutti i cazzo di ti voglio bene che mi venivano buttati addosso come coriandoli, scomparsi al primo alito di vento: figuriamoci in mezzo alla tempesta che ho attraversata.

Ho imparato che la cattiveria non ha limiti, che puoi esserti comportato nel miglior modo possibile ma quando la massa decide che ti deve disintegrare, non ha nessuno scrupolo nemmeno a rovinarti la vita. Perchè con tutti i difetti che posso avere - e li ho, tutti - un voltafaccia così meschino, triste ed orribile non sono così certa di essermelo meritato. Perchè a fare i conti con i demoni che ti assalgono soprattutto quando sei ed arrivi da una famiglia di persone per bene, c'ero io. Io e solo io.

Ad un certo punto mi sono resa conto di avere perso tutto: il comune che era la mia vita ed un impegno che avevo desiderato con tutta me stessa, le persone a cui volevo un bene enorme e che nel momento in cui più ho avuto bisogno della loro vicinanza si sono dileguate, mia sorella che è sempre stata il pilastro della mia vita, la credibilità della gente, la fiducia in me stessa.

Per moltissimo tempo - e lo è ancora oggi - la mia vita è lavoro e casa, pochissime persone che non mi hanno abbandonata, i miei fratelli ed i miei cani. Ho imparato a mettere me stessa al centro di tutto e questo forse è stato il cambiamento più epocale in assoluto: non commetterò più l'errore di mettere da parte me, i miei desideri, le mie esigenze, i miei pensieri, il mio stare bene per chiunque.

Faccio quello che mi sento; Non faccio quello che non mi sento.

Ho imparato che situazione è occasione: anche se mi sta costando una fatica atroce e le mani sanguinano dalla fatica che sto facendo a restare attaccata ai bordi del barile per non affondare; mi sono af-fidata con l'unica speranza di trovare un pò di pace ma soprattutto di capire cosa c'è dall'altra parte di un dolore così devastante e tutto assieme.

Ho perso il conto delle notti insonni piangendo tutte le mie lacrime - a dire il vero anche di giorno non solo di notte... - chiedendo alla Simo ed alla mia mamma il perchè di tutto questo. L'unica differenza è che piango un pò meno, anche se mi commuovo spessissimo, ma le domande non hanno ancora una risposta. Anzi no, una l'ho avuta: che la mia vita di sei mesi fa fosse la più sbagliata che potessi avere costruita, per la montagna di rapporti falsi e di opportunità sulla quale era basata.

Dopo un anno così, si lo riconosco che non ho e non avrò più paura di niente e di nessuno. Me lo sono meritata tutto questo? Forse si. Ma se questo è stato il prezzo da pagare per aprire gli occhi e spezzare le catene che mi tenevano in ostaggio, va benissimo così.

Ho realizzato un sogno che si è concluso come peggio non avrebbe potuto: ho ascoltate e sopportate le peggio cattiverie sulla mia persona e sulla mia famiglia e questo non lo perdonerò mai a nessuno e per nessun motivo: i valori che mi hanno insegnati i miei genitori sono quelli che mi hanno portata ad essere la persona che sono e non permetterò più a nessuno di infamarli come è stato fatto.

Ho imparato che d'ora in poi la parola AMICO e la parola AMORE avranno dei significati molto più autentici e profondi, rispetto a prima.

Come in ogni lutto che si rispetti esiste una Chiara prima ed una Chiara dopo. E per lutto non intendo solo quello legato alla morte di mia sorella e di mio fratello Roberto. Negli ultimi due anni ho subito una forma di abuso e di violenza psicologica che ho riconosciuto in tutta la sua gravità solo qualche settimana fa, divorata dalla vergogna e dai sensi di colpa com'ero per poterne parlare con qualcuno. Diciamo che non mi sono fatta mancare niente. Ma in tutto questo buio, qualche spiraglio di luce c'è e c'è stato: il bene autentico e del cuore, i miei cani, la mia casa, la mia famiglia, me stessa. Tutto il resto è certamente utile e positivo, ma non è più quella la roccia sulla quale costruire tutto il resto. Questo è stato. Questa sono io. Ammetto e riconosco che la ferita che sto faticando più di tutte a guarire è quella della delusione e dell'abbandono da parte di persone che credevo amiche, ma amiche sul serio, alle quali ho spesso regalato il mio cuore senza che lo meritassero. Passerà, anche se la fatica che sto facendo ancora oggi è tantissima. Ma mi fido di me.

Santo Stefano quest'anno si farà, cercheremo di scaldarci il cuore anche se sappiamo tutti benissimo che non sarà mai più come prima. Con tutto quello che abbiamo dovuto affrontare, il vero miracolo di Natale è quello di non esserci mai persi.

Grazie Mamma, Grazie Papà.

Chiara

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