[on the air: nella casa c'era - zucchero ] Vabbè ognuno ha la propria festa della Liberazione. Ci sono quelle istituzionali e poi capita, come nel mio caso, che un anniversario il quale non mi sta facendo vivere giorni molto sereni, devo dire, debba essere celebrato per tutto quello che ha segnato, nel bene e nel male. Soprattutto la seconda. Il 10 giugno, che per molto tempo è stato solo il compleanno del mio maresciallo del cuore uno dei colleghi migliori che abbia avuto in 27 anni emmezzo di onorata carriera, è di fatto entrato di gran carriera - e tra le prime posizioni - nella classifica dei giorni più brutti della mia vita. E' uno di quei tipici momenti in cui ti porti il ricordo nitido e perfetto di dove fossi, cosa stessi facendo fino ad un certo punto: poi il buio più totale. Ho parlato con persone quel pomeriggio, se non ricordo male al telefono, poi più nulla. Ci sono stati giorni e giorni e giorni a seguire in cui non ho fatto altro che piangere, piangere, piangere,...
[on the air: pie jesu ] Sono triste. E come dopo ogni perdita di persone cui voglio bene, mi sento terribilmente sola. Inutile sottolineare quanto sia per me fonte di odio e rabbia dover vivere - fin troppo - spesso questi distacchi così improvvisi, dolorosi, inaspettati. Ieri mattina stavo uscendo per allenarmi, distrattamente ho aperto Facebook ed i miei occhi hanno visto solo lui e la parola: MORTO. Ma come morto. Ma non è possibile dai. Ma perchè? Anche in questo, proprio durante le festività Pasquali che rappresentano da sempre il mistero della morte e della resurrezione, Francesco non si è sottratto alla sua meravigliosa originalità in qualunque cosa facesse: anche morire. Papa Francesco è stata una figura che con il suo stile mi ha profondamente ispirata durante il mandato da Sindaco, soprattutto per quel suo talento unico di anteporre umanità prima di qualunque cosa: che si trattasse di rigidi protocolli, di consuetudini e di quell'odioso "si è sempre fatto così" ...
Ciao Non ti chiedo come stai e onestamente mi interessa almeno tanto quanto interessi a te sapere come stia io. O come sia stata in questo anno e mezzo orfana di noi. Ti ho pensata spesso, anzi quasi ogni giorno. Non ho mai provato rabbia. Quella no. Ho vissuto però un senso di smarrimento che credo di non avere mai provato in vita mia. Mi chiedevo perchè non arrivasse da te un gesto, una carezza, un abbraccio. Eppure io per te ci sono sempre stata. Sempre. Credevo tantissimo nella nostra amicizia, credevo che fosse quella con la A maiuscola non fosse altro per l'intensità e l'importanza dei momenti che abbiamo condivisi per anni. Mi chiedevo come potessi restartene voltata, dandomi le spalle, ignorandomi, alzando un altissimo muro di silenzio sapendo perfettamente che fossi precipitata nel baratro quello vero, quello buio, quello grande, quello che non si augura a nessuno, quello che fa paura, quello dal quale è difficile risalire e che toglie tutto: forze, speranza, entusi...
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